De Laurentiis ha celebrato i 17 anni di Napoli (acquisì il titolo del club il 6 settembre 2004) con un’intervista prima di Napoli-Benevento, al fianco del suo amico Vigorito, presidente della squadra giallorossa che ha rifilato una cinquina alle riserve delle riserve azzurre. Oltre a tirar fuori la parola «scippo» a proposito del duello scudetto con la Juve perso nelle ultime battute del campionato 2017-2018 (ma perché allora non sollevò il caso, a proposito dei guai arbitrali in Inter-Juve, anziché prendersela con Sarri per aver fatto arrivare il Napoli all’appuntamento decisivo con le ruote sgonfie?), ha parlato ancora una volta del «progetto» di una santa alleanza con le altre società campane, non solo con il Benevento amico, ma anche con piazze distanti nei rapporti o ostili, come Avellino, Juve Stabia e Salernitana. Non si sa come si possa attuare questo “progetto”, vedremo intanto quale sarà il clima il 31 ottobre all’Arechi di Salerno dove giocheranno i granata e gli azzurri: il 10 maggio, quando la squadra di Castori è salita in A, i tifosi salernitani lanciarono cori anti-Napoli per festeggiare e il Calcio Napoli spedì un messaggio di auguri al club, all’epoca ancora gestito da Lotito e Mezzaroma. De Laurentiis agisce abitualmente in assoluta solitudine, non è tipo da alleanze. Ha ragione quando dice che la Campania può essere calcisticamente felix, ma ciò riguarda anzitutto l’elevato numero di calciatori di qualità che vi sono nel territorio e che dal Napoli non vengono sfruttati perché in questi anni non vi è stato un adeguato piano di valorizzazione del settore giovanile. Negli 11 titolari della Nazionale che ha vinto l’Europeo – basterebbe ricordare questo – uno è di Castellammare di Stabia (Donnarumma), uno di Frattamaggiore (Insigne) e uno di Torre Annunziata (Immobile). Due su tre non hanno giocato nelle giovanili del Napoli e capitan Lorenzo è rimasto l’unico prodotto del vivaio presente in prima squadra. Il risultato? I modesti risultati del vivaio e l’assenza di giocatori nelle nazionali giovanili. Un “progetto” territoriale dovrebbe partire dagli investimenti sul materiale umano.
Fonte: Mattino