A. Carnevale: “Quella semifinale contro Diego brucia ancora dopo 31 anni”
Aggiunge poi: "ma i napoletani erano con noi"
Carnevale era in campo:
«Trentuno anni dopo la ferita brucia ancora. Ma rivedere Italia e Argentina schierati nella stadio di Maradona sarà un’emozione che né io né gli altri della mia generazione si vorrà perdere».
Andrea Carnevale in quella notte del luglio del 1990 era dall’altra parte della barricata. Per la prima volta avversario, dopo quattro anni in cui aveva diviso ogni cosa con il Pibe de oro.
Argentina e Italia di nuovo a Napoli.
«Speriamo che questa volta però vincano gli azzurri. Sarebbe bello che la Copa Maradona finisca nelle nostre mani. È una Nazionale che non si pone limiti, questa creata da Mancini. Piena di entusiasmo, di gioia di stare insieme, di spirito di squadra».
Questa volta, senza Maradona, non ci sono dubbi su chi tiferanno i napoletani?
«Quella del San Paolo che tifava contro l’Italia è una leggenda metropolitana, alimentata da chi in quello stadio non c’era. Io invece che ero sul campo ricordo un sostegno senza fine per noi, fino ai calci di rigore. Diego era l’idolo di Napoli che certamente non fischiarono l’inno argentino né Maradona quando prendeva palla. Ma il sostegno fu illimitato».
Quella sera i rigori però punirono l’Italia?
«Se ci ripenso… sto ancora male. Da tempo avevo rotto con Vicini, ormai non mi parlavo più. Ma meritavamo di arrivare fino alla fine di quel Mondiale. L’Argentina era solo Diego, era tutta per Diego. E io so bene cosa significa dare l’anima per Maradona».
Lo ha fatto anche lei.
«Vero. E lo sa perché? Perché era lui il primo che dava l’anima per noi. Per questo sapevo che fare i conti con gli argentini e con quel Diego desideroso di vincere in Italia dove era il nemico di tutti proprio perché il simbolo di Napoli, non sarebbe stato semplice. Segnò Canniggia. Ancora rivedo quello stacco».
Che Argentina è adesso?
«Piena di talenti, con un grande campione come Leo Messi che però non è Maradona. Due leader differenti, poi quello che ha fatto Diego per l’Argentina, Messi non lo ha ancora fatto…».
A chi darebbe il Pallone d’oro, a Messi o a un italiano?
«Io lo darei a Donnarumma. Non ho dubbi che sia Gigio l’uomo simbolo del calcio di quest’anno. Poi magari toccherà ancora una volta alla classe di Messi. Ma se poi contasse quello che qualcuno ha vinto, giusto prendere in considerazione anche Jorginho».
Ci sarà per Italia-Argentina al Maradona?
«Spero che pensino di invitare tutti noi per quella sera».
P. Taormina (Il Mattino)