Macheda: “Dai Italia, fa che sia io a prendere in giro Rooney e Ferdinand”
Federico Macheda aveva 17 anni quando fece il suo esordio in Premier in Manchester United-Aston Villa. Entra al posto di Nani e nei minuti di recupero realizza il gol decisivo per la vittoria dello United. Uno dei giovani talenti di Italia esploso in Inghilterra. Ora gioca in Grecia, al Panathinaïkos, ma Italia e Inghilterra sono sempre il suo punto di riferimento calcistico.
Ma partiamo dall’inizio della sua storia: una mattina squilla il telefono e dall’altra parte c’è la voce di Ferguson. «Per me è stato bellissimo. Una sensazione unica, perché inaspettata. Poi col passare del tempo mi sono convinto che fosse una scelta giusta».
Da quel momento è iniziata la sua avventura... «Dai 15 ai 24 anni ho vissuto in Inghilterra e infatti quella è diventata una seconda casa per me. Oltre all’aspetto calcistico, che è stato importante, il ricordo più bello è legato al percorso personale: sono diventato uomo a Manchester».
E il calcio? «Ricordo una partita con la seconda squadra dello United, quando venne da me Ferguson, in persona. Gli mancavano 2-3 attaccanti per infortuni, Tevez era di rientro dall’Argentina e aveva bisogno di un ragazzo da portare in panchina per la gara di Premier. Vediamo che sai fare, mi dice. Ero choccato, ma sono sceso in campo con la seconda squadra al massimo della concentrazione».
E poi? «Ho fatto 3 gol in quella partita e l’ho convinto a chiamarmi in prima squadra».
Oggi è ancora in contatto con i suoi ex compagni? «Certo, siamo ancora in ottimi rapporti. Mi sono sentito in queste settimane con Rooney e Ferdinand: spero di prenderli in giro dopo la finale e che non sia il contrario».
Lei che conosce il calcio inglese, cosa si aspetta dalla partita? «Loro sono molto convinti. Sono partiti carichi per questo Europeo e vogliono vincerlo. In più giocano in casa e si sentono favoriti, ma fino a oggi non hanno ancora trovato sulla loro strada una squadra forte come l’Italia».
A proposito, cosa vuol dire giocare a Wembley? «Quello stadio è il calcio: ti accorgi della grandezza che ci circonda. Io lo ricordo con grande emozione anche perché ero giovanissimo. Ho bei ricordi legati a quello stadio perché ci abbiamo vinto un Community Shield nel 2010».
Tra le stelle dell’Inghilterra c’è Rushford che come lei è cresciuto nello United…«Me lo ricordo, anche se lui all’epoca giocava con l’under 16. Ma si vedeva che era forte davvero. In assoluto l’Inghilterra è molto forte davanti dove hanno Kane che è una sicurezza e Sterling sta facendo un europeo straordinario. Nel complesso sono una squadra forte, seppur un po’ inesperta dal punto di vista internazionale».
B. Majorano, Il Mattino