L’attacco dell’Italia: il nodo è al centro ma Immobile resta il titolare
Se il dibattito sul centrocampo ha origini precedenti alla fase finale dell’Europeo, quello sul valore del nostro attacco si è acceso nella fase finale del torneo. Tutto ruota intorno alla figura di Immobile, dopo che Mancini, senza annunciarlo mai apertamente, in concreto ha sciolto il dualismo degli ultimi due anni tra lui e Belotti, a favore del bomber laziale. Come è noto nessuno dei due possiede le caratteristiche della prima punta ideale per il gioco manciniano (a differenza per esempio di Caputo). Però la Scarpa d’Oro ha iniziato alla grande (due gol e un assist) mentre le condizioni del Gallo, reduce da una stagione complicatissima, sono apparse subito poco confortanti, né le sue apparizioni sono bastate a ribaltare le gerarchie. Il suo apporto però è arrivato in quel rigore alla Spagna, calciato con tutta la rabbia e la forza possibili.
A questo bisogna aggiungere che la “scommessa” Raspadori, al di là delle qualità in nuce del bomberino bolognese, non ha avuto modo di risultare vincente, come confermano le due tribune consecutive riservategli dal ct, dopo il breve debutto contro il Galles. Questo per dire che Immobile è il centravanti di questa Nazionale, per merito, per amore e per forza. Tra lui e Mancini i problemi non sussistono certo fuori dal campo, ma dentro. E questo è un problema, per il carattere sensibile del giocatore (pregio che in simili frangenti diventa un limite). La sostituzione, oggettivamente non immediata da interpretare («Avevo bisogno di un uomo che cucisse di più il gioco» ha spiegato ufficialmente il ct), avvenuta subito dopo l’1-0 di Chiesa, per altro generato da un’iniziativa proprio di Immobile, con Insigne spostato al centro, prima dell’ingresso seguente del Gallo, è l’emblema di questo strano equilibrio, che comunque ci ha portato in finale.
E questa dovrebbe essere la scelta conclusiva, per il tridente affidato ancora al piccolo numero 10 napoletano, nel suo ruolo naturale e a Federico Chiesa, tornato titolare a suon di gol pesantissimi, quanto Berardi era stato più brillante in avvio di torneo. Senza dimenticare che, per quanto riguarda la fase offensiva, l’apporto dei centrocampisti è stato fin qui fondamentale. E così potrebbe essere anche domenica a Wembley. Ma se a segnare il gol decisivo fosse finalmente un difensore ce ne faremmo una ragione…
A.Santoni (CdS)
A cura di Andrea Santoni (CdS)