Europei, focolai negli stadi. L’Uefa ha preso una decisione

La Uefa non ha intenzione di modificare il programma

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Il Covid corre tra i tifosi agli Europei e preoccupa Roma, che sabato prossimo ospiterà una partita dei quarti di finale, col rischio che ci sia l’Inghilterra. La Uefa non ha intenzione di modificare né il programma, né le percentuali di accesso agli impianti che ospitano l’Europeo. Al momento, per dire, nemmeno la finale londinese da 60mila persone è in discussione. «Le misure sono pienamente allineate ai regolamenti stabiliti dalle autorità sanitarie pubbliche locali competenti». E ricordano da Nyon: «Le decisioni finali in merito al numero di tifosi presenti alle partite e ai requisiti di ingresso in qualsiasi paese ospitante e stadio ospitante sono di responsabilità delle autorità locali competenti: la Uefa si limita a seguirle rigorosamente». Ne sanno qualcosa gli italiani che non sono potuti andare a Londra per l’ottavo, o quelli che ci sono andati e sono rimasti in «bolla» per 36 ore, senza poter uscire dall’albergo (anche gli azzurri). L’Italia non sarà da meno: quarantena di cinque giorni per chi arriva dal Regno Unito. Se l’Inghilterra dovrà giocare all’Olimpico questo scoraggerà il seguito dei suoi tifosi. La preoccupazione c’è. A cura di Alessandro Catapano e  Mauro Evangelisti (Il Mattino)

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