Giudice: “De Laurentiis lontano da accettare la Superlega, ma la sua idea è simile ad una Superlega americana”
A Radio Punto Nuovo nel corso di Punto Nuovo Sport Show è intervenuto Alessandro Giudice, economista: “Parole di ADL sulla SuperLega? De Laurentiis ha espresso due concetti sacrosanti: Il primo è che la UEFA e contemporaneamente regolatore ed imprenditore, un conflitto di interesse che il cuore del problema. Non ci può essere un soggetto che cura le regole ed organizzi i ricavi dell’evento, ridistribuendoli. L’altro problema che c’entra bene De Laurentiis è quello legato al meccanismo perverso della Champions League creato dalla UEFA. Se creo un incentivo competitivo ad entrare nella competizione automaticamente costringerò tutti ad investire di più di quanto non sia necessario per competere. Se ho 7 squadre per 4 posti che credono di avere le competenze abilità competitivo per entrare in Champions League allora ci saranno tre squadre che investiranno di più di quello che potrebbero fare per entrare in Champions. Sarà sempre una corsa di investire di più per avere incentivi che arrivano dalla Champions. Il punto nodale che non funziona del discorso di De Laurentiis è che non c’è la moltiplicazione dei pani e dei pesci: farsi lo show da soli non è corretto come ha specificato il presidente del Napoli, ma l’unica soluzione è il modello americano, dove hai prestabilito chi partecipa alla competizione e può dividersi la torta nel modo più funzionale agli investimenti, gestendo il club con una logica di profitto e facendo il salary cap. Io non sto dicendo che bisogna andare in questa direzione, Ma se si vogliono attuare le parole di De Laurentiis questa è l’unica direzione attuabile. È una superlega, in sintesi: una superlega all’americana. Il traffico che, ad esempio, il traffico General su YouTube è completamente diverso e ben superiore rispetto a quello che generano gli sport americani. La Uefa sostiene che sta facendo crescere il movimento, Il problema è che i costi sono cresciuti molto più dei ricavi. Dopo club fanno i 75% dei ricavi perché fanno i maggiori investimenti, sfruttando anche i precedenti premi della Champions League oppure ci sono i club inglesi che hanno volumi di ricavi totalmente diversi dagli altri per quelli che sono i ricavi generati dalla Premier League. Dobbiamo ragionare non come causa effetto, ma come meccanismo circolare. Anche se, ovviamente, questi grandi club vogliono appropriarsi della maggior parte dei ricavi”