Un vaccino contro gli accidenti non esiste. Meret pure se questo silenzio stampa venisse interrotto (il risultato negativo fa cadere anche la motivazione del rito scaramantico) non si sarebbe dato delle arie. Lui è un ragazzo semplice, che vedi a spasso per Lucrino, tra i due laghi, la spiaggia e il Monte Nuovo, con il cane e la fidanzata che firma autografi a tutti quelli che glielo chiedono. È antieroe per eccellenza, non gonfia il petto, accetta i complimenti ma poi li rimanda al mittente: «Sono qui per questo, per parare, per fare il mio lavoro», disse nell’intervista al Mattino con cui si presentò. Gattuso lo ha affidato nelle mani di Valerio Fiori (era il portiere della Lazio il giorno in cui il Napoli conquistò il secondo scudetto nel 1990) e la sua crescita, in questi mesi, evidente. Ma questo solo nelle apparenze che sono appunto facciata, esteriorità e non spiegano nulla: il ballottaggio tra lui e Ospina è stata un classico di questa stagione per Gattuso e ora che il colombiano prepara il suo (ennesimo) ritorno si fa fatica a mettere di nuovo in disparte Meret. E in Ligura toccherà al portiere friulano che in queste ultime giornate in cui è toccato a lui, non ha mai sfigurato. E poi al suo futuro ci penserà il suo manager Pastorello, uno dei re del mercato: perché se il Milan non si accorda con Donnarumma, c’è da scommettere che il portiere del Napoli finirà proprio nelle mira del club rossonero. C’è da convincere De Laurentiis. Ma questa è una estate particolare, dove se dovesse arrivare l’offerta giusta, il patron non dirà di no. Per nessuno. P. Taormina (Il Mattino)