Maurizio Pistocchi: “Gattuso? Credo che Rino non firmerà nulla e non avrà intenzione di restare a Napoli”
A Radio Marte nel corso della trasmissione “Marte Sport Live” è intervenuto Maurizio Pistocchi, giornalista.
“Juventus? Situazione di bilancio molto negativa. Se ci fosse una mancata qualificazione alla Champions League – pur essendo pochi spiccioli – mancherebbero molti soldi fondamentali. Mi auguro che Ceferin, dopo aver vinto, non voglia stravincere. Capisco che si sia sentito tradito da Agnelli ma bisogna riunificare le forze per salvare il calcio. Noto con un po’ di disprezzo che tutti quelli che fino alla settimana scorsa incensavano Agnelli e la Juve ora sono schierati con Ceferin. Mi sembra tutto molto eccessivo. Credo che Agnelli abbia sbagliato così come Perez nel marketing, nella comunicazione e nella strategia. Da qui a cambiare idea ce ne passa ma è noto che l’italiano sia un voltagabbana.
Gattuso? Credo che Rino non firmerà nulla e non avrà intenzione di restare a Napoli. Dal punto di vista umano lo capisco, da un punto di vista professionale spero che abbia alternative importanti, le ha meritata seppur con una gestione ondivaga. Spalletti? Buon allenatore, ha fatto risultati importanti e ha un carattere molto forte. All’Inter ha preso decisioni scomode, dal punto di vista tecnico le sue squadre difensivamente non sono granché. Personalmente penso che sia un buonissimo allenatore ma se fossi in De Laurentiis valuterei anche altre opzioni. Cito per esempio De Zerbi e Ballardini, che hanno un’ottima media punti. Sarri? L’immagine conta se vai in televisione o a fare cinema, non quando alleni.
Oggi un allenatore dev’essere capace di adattare la sua idea alle qualità dei giocatori. Lo Spezia ha giocato contro l’Inter e pareggiare e giocare contro il Genoa e perdere. Questo dimostra che gli allenatori devono avere le idee dentro la testa ma le devono adattare ai giocatori. Sarri partì con l’idea di giocare come a Empoli, dopo 3 partite capii che Insigne non poteva fare il trequartista e passò al 4-3-3. L’allenatore non può essere un ideologo oggi”.