Abete, ex FIGC: “Tempi e modi sbagliati, contento del passo indietro”
L’ ex presidente della FIGC, Giancarlo Abete, è intervenuto a “Si gonfia la rete” trasmissione in onda sulle frequenze di Radio Marte. Ha parlato, come prevedibile, del progetto Superlega:
“Super League? Soddisfatto del ripensamento, bene che non ci sia un contenzioso con il rischio di perdere la strada maestra. Si parlava di esclusioni varie, bisogna comunque salvaguardare il gioco del calcio. Chiaramente è stata manifestata l’esigenza di sempre dei grandi club, cioè quella di avere una parte significativa degli introiti. Il problema è legato soprattutto al contenimento dei costi: la bolla cinese non c’è più, i mercati alternativi non sembrano interessanti in termini di competitività e posizionamento del prodotto. Se si desse una cifra inferiore difficilmente si troverebbero soluzioni migliori.
Ci sono tanti settori che non fanno nemmeno 1000 euro di fatturato. L’errore è stato sia un errore collegato al modo di porre al problema ma pure al tempo in cui è stato posto: non era il momento. Il calcio dev’essere molto attento a cogliere le sensibilità della gente. I problemi sono quelli di sempre ma i tempi sono stati sbagliati.
Chiaramente se i grandi club non sollecitano gli organismi internazionali difficilmente vengono istituite risorse. Club e federazioni hanno dovuto chiedere. La Champions una volta aveva solo i vincitori della competizione ma tutte partecipavano appunto con una squadra sola. Ovviamente in futuro ci saranno sempre sollecitazioni ma servono i modi e i tempi giusti.
Sanzioni? Questo lo devono verificare gli organi competenti. Qui il problema è stato a livello di comunicazione. Le prime pagine dei giornali erano assorbite dalla Super League in un momento in cui le priorità sono totalmente diverse. Il vulnus è stato di quel tipo, anche perché alla fine non è accaduto assolutamente niente. Avranno firmato dei documenti tra loro che però non hanno mai avuto una valenza tale da determinare una situazione di contrasto. Lo stesso presidente Ceferin vede ben volentieri che certi club ritornino nella realtà internazionale. Ovviamente la Super League avrebbe determinato degli interessi economici”.
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