Il grido di dolore dello sport napoletano dal Collana al Kodokan
Problemi per l'Acquachiara e Milleculure
La battaglia che si dovrà combattere al termine della pandemia sarà quella dei ragazzi che preferiranno stare a casa piuttosto che fare sport attivo. E si vivrà il paradosso di una città la cui impiantistica, grazie alle Universiadi, ora è finalmente al passo con i tempi. Il Collana: aperto nel gennaio del 2020 con 7500 iscrizioni, oggi frequentato da 200 agonisti con la capacità di 15mila iscrizioni potenziali e 200mila frequentatori. Disponibile cinque mesi nel 2020 e poi richiuso. Con un progetto per la ripartenza che sbatte contro la burocrazia regionale. Chiusa la piscina Acquachiara del Frullone. «Il danno economico si somma a quello sociale» il pensiero di Franco Porzio, mentore della società di nuoto e pallanuoto. A Soccavo, nella palestra Milleculure di Diego Occhiuzzi e Patrizio Oliva la situazione non è da meno. «Una palestra frequentata da 500 persone, delle quali il 30% fa sport gratuitamente che oggi vede la presenza di non più di 70-80 atleti. E per mantenerla aperta ci stiamo indebitando con lo Stato. Una situazione assurda». La Kodokan di Piazza Carlo III è la più grande palestra del centro storico con i suoi 3000 metri quadri, 11 sale e quasi 1000 atleti. «Svolgiamo attività sociale con decine di scuole, tantissimi progetti, iniziative a favore delle fasce più deboli. Il grosso rischio è che alla riapertura raccoglieremo cocci di ciò che si è già distrutto: ragazzi che hanno abbandonato, maestri che hanno cambiato lavoro e così via. Nulla sarà come prima e conteremo morti e feriti».
G. Agata (Il Mattino)