“16 settembre 1992, Valencia-Napoli. E’ finita 1-5 e chi li ha fatti tutti i gol del Napoli? Eh, chi li ha fatti? Io, li ho fatti in una partita sola. Il record è ancora mio e me lo tengo stretto”.
Ti spiazza sempre Daniel Fonseca. E parla in maniera talmente veloce che è difficile stargli dietro. Dagli anni a Napoli, “momenti bellissimi in una città che porto nel cuore”, alla vita da agente tra Sud America e Italia, “quando qualcuno cerca di fare il furbo io gli ricordo che ho vissuto due anni a Napoli, cosa pensano di fregarmi?”. Dal 1992 al 2021, in un battito di ciglia. “Ma è giusto così. Sono arrivato in Italia a 20 anni. Ero giovane, spensierato. Prima Cagliari, due anni incredibili. Poi il Napoli del dopo Maradona con Ferlaino che spese 15 miliardi per acquistarmi. E alla prima partita europea ho risposto presente”. Torna per un attimo serio e ricorda quella sera di Valencia: “Determinante fu l’espulsione di Sanchez Flores, il loro libero. Volevano pareggiarla e quindi si spinsero in avanti. Ci riuscirono anche, ma dietro lasciarono troppo spazio. E io ne ho approfittato. Poi il quinto gol, che gol”. Una partita che certamente i tifosi del Napoli non hanno dimenticato, “oh e allora segnare 5 gol mica era una cosa normale. I difensori ti picchiavano dal minuto 1 al 90′, uscivamo con i lividi. Adesso con mille telecamere, ogni contatto che diventa un fallo, è molto più facile”.
Più di 30 gol in due anni al Napoli e l’estate del 1994 diventa quella di Daniel Fonseca. Tutti lo vogliono e il Napoli, in grave crisi finanziaria, non fa segreto della volontà di cederlo al miglior offerente: “Eravamo a fine campionato, la mia avventura al Napoli era finita. Il club aveva bisogno di soldi e dovevano cedermi. Una giorno all’1 di notte mi arriva una chiamata di Luciano Moggi. «Daniel, vieni a casa mia». Ma come, adesso? «Sì, adesso»”. Moggi era appena diventato dirigente della Juventus, ma con i trascorsi a Napoli la base rimaneva ancora nel Golfo. “Arrivai a casa sua e insieme a me c’era anche Lippi. «Che fai vieni a Torino?», mi chiesero entrambi. Dissi sì,”. Stava nascendo la sua prima Juventus, pescando a piene mani dal Napoli. Poi non se ne fece più niente. Si parlò del Milan, poi venne la Roma. E quella che Franco Sensi disse parlando di lui e che rimarrà nella storia: “Ho dato a Mazzone una Ferrari”.
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