Rino Foschi, ex dirigente sportivo, è intervenuto su 1 Station Radio, ecco le sue parole:”Il mio miglior investimento? Parlare di Cavani, Barzagli, Grosso e Toni è facile, mi piacerebbe parlare più di chi, purtroppo, non sono riuscito a prendere. Ad esempio, tra quest’ultimi, ricordo che al Palermo anticipammo tutti per Giorgio Chiellini quando era ancora al Livorno, ma purtroppo la trattativa andò troppo per le lunghe e Moggi me lo soffiò. Ricordo che riuscimmo ad arrivare al mondiale del 2006 con 5 nazionali, e sfiorammo anche la Champions League, se non fosse stato per un rigore discutibile contro il Genoa. I risultati in una città fantastica come Palermo sono stati davvero importanti. Zamparini? Una persona eccezionale, si fa prendere troppo da chiamate e consigli di amici, ma se ne intende di calcio. Per l’allenatore è sempre lui a scegliere, non puoi nemmeno discuterci, ma per i calciatori ci lasciava un grande potere di firma e mi sono tolto diverse soddisfazioni. Ricordo Cavani, preso mentre ero in Uruguay per un altro calciatore, ma poi mi piacque e costava anche di meno. PerKjaer anticipai l’Inter. Zamparini, nel 2008, per acquistare un giocatore da solo, prese un bidone ed io mi arrabbiai moltissimo, poi la colpa fu data al mio successore, Sabatini. Qualche rimpianto? Lucas Leiva della Lazio. Lo avevo già preso prima che andasse al Liverpool per una cifra intorno ai 6 milioni di euro, parlai con lui anche personalmente. Lui stesso lo ha ricordato in una intervista di qualche tempo fa. Un altro giocatore, invece, che era davvero tutto mio per soli 150’000 euro, è Frank Kessie. Ero a Cesena, ma non potemmo tesserarlo perché era extracomunitario. A me piaceva molto e ricordo che volevo prenderlo per farlo giocare difensore centrale, visto che avevamo problemi a difesa e lui era poliedrico. Oggi è un calciatore che tutti conosciamo. Anche a Verona ho avuto giocatori incredibili: Gilardino mi stava scappando, ma fortunatamente riuscii a prenderlo. Poi ho preso Brocchi e Camoranesi. Ho avuto davvero tanti tanti calciatori nella mia carriera, questo lo devo anche ai presidenti che mi hanno dato la possibilità di lavorare in totale autonomia. Ebbi la fortuna di diventare manager grazie ad Allodi, che mi fece fare un corso, all’epoca non era per niente semplice diventare dirigente sportivo. Ebbi un’esperienza anche come procuratore, ma sbagliai un’operazione e, dopo essere stato ripreso da Pasqualin, tornai a fare ciò che facevo prima con Marino ad Avellino. Napoli in Champions? Ho un debole per gli azzurri. Quest’anno c’è stato un momento brutto, e mi è dispiaciuto per Gattuso che è stato annientato dalle critiche, ma ora le cose stanno andando bene. Il lavoro di Rino si è sempre visto, sono convinto che il Napoli farà un finale di stagione bellissimo e che arriverà a piazzarsi in Champions”.