Delio Rossi, Allenatore: Napoli? Con la rosa completa è di un certo livello”

"Con giocatori fondamentali assenti, è ovvio che il livello non sia più lo stesso"

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Ad “Il Sogno Nel Cuore”, Delio Rossi, Allenatore:

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Tanto di cappello a Mancini, per i risultati ottenuti. Non è semplice, in questo momento, mantenere tutti sulla corda e dare continuità ai risultati. Gioco più scintillante in altre partite rispetto a ieri con la Bulgaria. Ma l’importante è ottenere punti. Europeo? Le prerogative per disputare un’ottima competizione ci sono tutte. Ma sarà fondamentale il come ci arriverai. Perché i valori tecnici, che ci sono, dovranno essere espressi al meglio in quel periodo. Napoli? Hanno avuto diversi infortuni. Qualcosa di impronosticabile in questa stagione. E, chi fa paragoni con i campionati precedenti, sbaglia. Sono presenti delle variabili che sfuggono. Con una rosa completa il Napoli è di un livello. E, con giocatori fondamentali assenti, è ovvio che il livello non sia più lo stesso. Società-Gattuso? I Presidenti partono dal presupposto che loro spendono soldi. E quindi, a prescindere da chi mette in campo l’allenatore, bisogna raggiungere l’obiettivo prefissato ad inizio stagione. Il quale, nel caso del Napoli, è il piazzamento Champions. E se non raggiungi questo obiettivo, importante per le casse, fai un “bagno” in termini economici. Crisi economica Covid? Noi dal 2006 stiamo ballando sul Titanic. Ed onestamente non puoi pensare di andare avanti, cercando altri introiti. Bisogna limitare prima di tutto le spese. Poi se arrivano gli introiti giusti, bene. Ad esempio la Roma ha Dzeko, un calciatore di 35 anni che guadagna 7,5 milioni di euro. E, ad oggi, dovrebbe avere un nuovo “Dzeko” di 21 anni. Con uno stipendio molto più basso. Quanto hanno inciso le coppe in una stagione così particolare? Le coppe incidono indipendentemente dal Covid. E lo fanno, soprattutto, se non hai la struttura tale da poter giocare la partita della vita ogni tre giorni. Io sono andato in Champions con la Lazio. E non avevo la rosa adeguata per giocare ogni 3 giorni. Dove sai che è importante la partita contro il Real Madrid. Ma lo è altrettanto quella con il Chievo. Progetto giovani durante la mia esperienza all’Atalanta? Quando sono arrivato hanno investito poco nel settore giovanile. Soprattutto per problemi economici. E, dunque, si sono concentrati sulla prima squadra. Quando, in seguito, hanno risolto i loro problemi, sono tornati a fare ciò che sanno fare meglio. Ed hanno costruito qualcosa di importante. Un ricordo di Cavani? Io ho avuto il giocatore più forte fisicamente. Mai visto. Aveva la forza di presentarsi davanti al portiere. E poi ritornare a contrastare sulla fascia l’attaccante avversario. Arrivava sotto porta 4-5 volte. E, quando arrivi 4-5 volte sotto porta, prima o poi la butti dentro. Giocatore formidabile. All’epoca era giovane. Ma si intravedevano già le sue grande qualità. Le frizioni con Zamparini arrivarono proprio quando decise di vendere Cavani. Ad una diretta concorrente che, all’epoca, era il Napoli. Chiesi di cederlo all’estero. Ma, alla fine, lo prese De Laurentiis. Salernitana? Lotito è una persona ambiziosa. Ma con i piedi per terra. Sicuramente ha intenzione di portare la Salernitana in Serie A. Sarebbe un motivo di vanto per lui. Per la società. E la Campania. Ma ha un occhio di riguardo in più per la Lazio. Io vicino al Napoli? Sì, in serie C. All’inizio dell’epoca ADL, fui costretto a dire di no. Perché ero in Serie A, con il Lecce”.

Fonte: 1 Station Radio

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