Prof Ruosi (Prim. Ort. 2°Polic.): “Ghoulam non è un giocatore debole. Vi spiego la dinamica dell’infortunio”
Dopo poco più di 3 anni, Ghoulam sta vivendo di nuovo l’incubo della rottura del legamento crociato del ginocchio. Questa volta, però, la gamba infortunata è la sinistra, l’altra rispetto al novembre 2017. «Ma non direi che il giocatore è debole», spiega Carlo Ruosi, professore di ortopedia e traumatologia.
Come mai ne è così sicuro?
«Ghoulam è stato soprattutto sfortunato».
Si spieghi.
«Ha avuto una rotazione eccessiva del ginocchio, legata al contrasto e alla perdita di equilibrio. Questi sono fattori imponderabili e che non hanno alcun genere di collegamento con altro».
Quindi nessuna relazione tra l’infortunio del novembre 2017 al ginocchio destro e quello di domenica sera contro il Bologna?
«Di sicuro il fatto di aver subito un infortunio e aver sostenuto un percorso riabilitativo può averlo costretto a sovraccaricare il ginocchio sano per più tempo, ma da qui a dire che questo sovraccarico possa averlo sovraesposto alla rottura dell’altro ginocchio è un altro discorso».
Perché?
«Per arrivare alla rottura di un legamento servono una serie di elementi: il trauma, la caviglia che si blocca, un insieme di tanti altri fattori, anche sfortunati. Ok il sovraccarico, ma da solo non spiega la rottura. Altrimenti sarebbe successo a tutti quelli che sono già stati vittime di un infortunio analogo. Certo, a lungo termine un ginocchio sovraccaricato andrà incontro a una patologia degenerativa più precoce. Ma di sicuro dopo qualche anno».
Nel caso di Ghoulam si può parlare di debolezza?
«Senza conoscere la cartella clinica è difficile giudicare, ma non direi che il giocatore è debole. È sicuramente più sfortunato degli altri. Ci può essere un discorso congenito, ma per prevenire andrebbe fatto uno screening a batteria che non è possibile per tutti i calciatori. Ma in assoluto non si può escludere che qualcuno abbia delle strutture legamentose più deboli rispetto ad altri».
Era possibile prevenire l’infortunio con allenamenti specifici?
«Escludo da colpa ogni tipo di allenamento o di preparazione: è solo sfortuna, ripeto. Per arrivare alla rottura del legamento devono concatenarsi una serie di fattori tali impossibili da prevenire o prevedere. E non c’è stato un errore di tempi di recupero».
Quando lo rivedremo in campo?
«I tempi di recupero sono sempre gli stessi: l’infortunio all’altro ginocchio non incide. Potrebbe tornare in campo tra 4- 6 mesi».
B. Majorano (Il Mattino)