Osimhen “Non si muove più” Il panico, i soccorsi, ecco cosa è successo in quei tragici minuti
Un piccolo trauma cranico. E una notte trascorsa in ospedale per altri accertamenti dopo che, però, l’esito della Tac ha dato risultato negativo. Un grande sospiro di sollievo. Ma lo spavento è stato grande. Con la situazione che, a un certo punto, è apparsa precipitare. Dura tutto almeno tre minuti. Interminabili. Da far gelare il sangue nelle vene. Perché la scena è raccapricciante. Ed è tutto nei volti pallidi, non per il freddo, dei tanti inservienti presenti nello stadio: è la paura per quello che stava succedendo. Osimhen è privo di sensi, non dà segnali. Immobile. Fa tutto enormemente impressione. Tutti si guardano negli occhi. Terrorizzati. Il personale paramedico presente allo stadio non sa che fare attorno a quella barella dove è sdraiato il gigante, proprio appena fuori il terreno di gioco: provano a dargli uno schiaffo, per rianimarlo. Nulla. Arriva un altro ceffone, ancora più forte. Nulla. Arrivano i medici del Napoli. Lo strattonano, per capire se è vigile. Nulla. Un altro dello staff medico presente alza il braccio del ragazzone per capire. Ma ricade, a peso morto, ai lati della barella. C’è chi urla di fare in fretta, c’è Tommaso il magazziniere che sbraita contro gli steward che pensano a nascondere i palloni piuttosto che dare una mano a spostare velocemente gli 80 chili di Victor. L’ambulanza dell’ospedale Papa Giovanni XXIII è lì, appena fuori al cancello. Ed è all’interno che Osimhen si riprende, riconosce Raffaele Canonico, il medico del club, e anche Beppe Pompilio, il braccio destro del ds Giuntoli. I minuti sono brevi ma non passano mai, dagli sguardi degli infermieri e dei soccorritori si capisce che il nigeriano è cosciente ma non sta benissimo. Perché muove ancora con lentezza gli arti, anche se comunque ha aperto gli occhi. Sembrano dettagli di poco conto, ma non è così: perché per una manciata di minuti, la scena è stata di autentico choc. P. Taormina (Il Mattino)