Prima di ieri sera avevano giocato insieme 53 minuti, ieri 90. Rrahmani e Maksimovic sono stati catapultati in una gara da dentro fuori e la ruggine al centro della difesa si è vista eccome. Dopo i 3minuti finali di Cagliari
(arrivati dopo 5 mesi di naftalina), il vero battesimo per Rrahmani c’era stato a Udine, quando il centrale kosovaro si era reso protagonista di uno scellerato retropassaggio costato il gol di Lasagna. Poi altri 11 minuti nel finale (comodo) contro la Fiorentina. Senza il difensore greco è toccato nuovamente a lui. Il Napoli ha fatto
un investimento importante per strapparlo al Verona, ma la momento le sue prestazioni, seppur poche, appaiono ben al di sotto delle aspettative. «Sapevamo quanto fosse forte l’Atalanta e quanto fosse complicata la gara. Volevamo cominciare l’azione dal basso proprio per provare a superarli, a superare le loro qualità e colpirli in avanti. Difesa a tre? Un calciatore si deve adattare sempre alle idee del suo allenatore, non può scegliere da solo, alla fine a decidere è sempre chi è in panchina. Pessina ci ha messo in difficoltà giocando dietro le punte, noi difensori eravamo concentrati sui loro due attaccanti».
Il Mattino