Gattuso scuro in volto: “Ci siamo fatti mangiare in faccia, la colpa è la mia”
Poi rieccolo all’improvviso, dopo un bel po’ di tempo, un pomeriggio così. Irrompe il lato oscuro, un mefistofelico mister Hyde che calpesta ogni cosa e tutto distrugge, in una furia autolesionista e folle, al punto che passato il fortunale rimangono solo perplessità. E pure qualche angoscia. Il lavoro e i progressi continui ammirati grazie al lavoro di Gattuso e che hanno portato al terzo posto in classifica quasi si offuscano come se non fossero mai esistiti, e rimane negli occhi solo l’orrore di una partita come quella del Bentegodi. Difficile da cancellare così su due piedi una prova così. E Rino Gattuso non pensa affatto di doverlo fare velocemente. Come sempre recita la parte del signor Malaussene Da persona corretta, Gattuso si assume tutte le sue responsabilità, pur non essendo il solo responsabile del capitombolo.
Gattuso, quando si perde così di chi è la colpa?
«La responsabilità non può che essere la mia. Sono io che faccio le scelte. Mi dispiace perché il piano gara era stato preparato bene, nel primo tempo abbiamo verticalizzato come dovevamo. Poi, però, ci siamo fatti mangiare in faccia. Abbiamo preso tre gol identici, perdendo palla in uscita. Il Verona si alimenta sul contatto fisico e noi li abbiamo fatti gasare. Il contrario di quello che ci eravamo detti».
Che girone di andata è stato?
«Abbiamo la classifica che è figlia dei nostri alti e bassi, come d’altronde tutti in questo campionato. Bisogna ripulire la testa. Il rammarico c’è per il risultato. Sono contento di aver rivisto Osimhen in campo, anche se era fermo da tempo ha fatto dei minuti che gli possono servire. Il punto è che mentalmente lasciamo sempre qualcosa agli altri. Ed è successo ancora una volta».
Del suo veleno se ne è visto poco?
«Il veleno non si compra al supermercato: non si va lì e se ne prende 10 euro. Nel secondo tempo non abbiamo fatto quello che dovevamo fare. Ma è l’interpretazione della partita nella ripresa che è stata sbagliata. E che ci ha portato alla sconfitta».
Quali gli errori più pesanti?
«Ci siamo snaturati per affrontarli: non abbiamo mai palleggiato e ogni volta che lo abbiamo fatto abbiamo preso gol. Qui non è questione di modulo ma il modo con cui prendiamo il gol: con cinque tiri, loro hanno fatto tre gol identici. Tre regali».
Le sue ambizioni sono ridimensionate?
«Non esistono le mie ambizioni. Esistono le ambizioni di tutti, della squadra e della società: vogliamo tornare in Champions ma per farlo non possiamo permetterci prestazioni come queste dove alla prima occasione ci siamo sfaldati come se il campo fosse diventato in salita».
È stato il miglior Verona dell’anno?
«Fisicamente ci hanno surclassati. È stata una prestazione che non dovevamo fare».
Forse, pesa la stanchezza per la Supercoppa?
«Tutte giocano ogni tre giorni, certo qualche partita in più l’abbiamo fatta, ma io non cerco alibi. Non mi piacciono. La verità è che alla prima difficoltà è una squadra che smette di dare una lettura al pericolo, ed è un difetto che ci stiamo portando da troppo tempo».
Col Verona quasi fragili, non trova?
«È la continuità che manca. Qui il problema non sono i 3 centrocampisti o i due, ma il modo con cui interpretiamo la partita».
Lozano è stato il migliore?
«Una prova positiva da tanto tempo, ha già fatto dieci gol. Abbiamo la velocità, spacca le squadre avversarie in due. Ma in troppi hanno giocato al di sotto delle proprie possibilità. Però vediamo la classifica, siamo ancora tutti là possiamo giocarci ogni obiettivo ma a patto che si dia continuità».
Insigne non ha dato segnali di reazione?
«È il capitano, è normale e sono contento che tanti tifosi gli sono stati vicino in questi giorni perché alla fine ha sbagliato solo un rigore: con il Verona non è stato brillantissimo come al solito. Ma non solo lui. Ci sta che possa giocare al di sotto, importante che giri pagina, mica deve star lì a pensare troppo a lungo al rigore sbagliato». P. Taormina (Il Mattino)