A MENTE FREDDA (RUBRICA)- Tutte le curiosità su Hellas Verona-Napoli
Approfondimento su Hellas Verona-Napoli
Hellas Verona-Napoli- Giovedì i partenopei proveranno a dare un senso a questa stagione affrontando in casa lo Spezia nei quarti di finale di Coppa Italia.
Chiamatela anche “Fatal Verona” ma il Napoli ieri pomeriggio ha perso una parte definitiva dei suoi sogni e delle sue ambizioni d’alta classifica e probabilmente il mister Gattuso la speranza di essere ancora lui l’allenatore dei partenopei nella prossima stagione.
Ecco i principali spunti del match:
- I gemelli dal piede diverso: purtroppo con questa idea di calcio del tecnico calabrese, almeno finchè sarà lui sulla panchina, in porta non possiamo neanche più accettare l’alternanza tra Meret e Ospina. Troppa differenza nell’utilizzo del piede per poter consentire al portiere italiano di giocare qualche partita perchè ad ogni pallone toccato dal povero Alex c’è un brivido che corre lungo la sua schiena e soprattutto su quella di ogni tifoso partenopeo. L’intelligenza di allenatore e compagni avrebbe dovuto portarli da soli a capire che abusare del retropassaggio in quelle circostanze è un gesto di “tafazziana” memoria.
- Il “crocierista”: mi sarei aspettato che un famoso sito napoletano avesse attribuito la sconfitta di ieri a Fabian Ruiz (come per l’intera stagione fin qui) ma non potendolo incolpare ha glissato sull’argomento. Lo stesso sito, come tanti altri, che ai 4 dati allo spagnolo alternava sufficienze piene al suo compagno di reparto Bakayoko. Ecco, non mi piace individuare un solo colpevole, ma trovare un centrocampista che nel 2020 in fase d’impostazione usa i piedi solo per camminare è l’ultimo capolavoro dell’accoppiata Gattuso-Giuntoli. Sintetizzando noi stavamo relegando il nostro miglior metronomo (Demme) per valorizzare il mediocre francese di origine ivoriane, arrivato in prestito gratuito. Dopo gli ultimi anni di “lavoro oscuro” associato alle prestazioni poco proficue di Callejon, abbiate pazienza, non ho più voglia di vedere altri orrori di un calciatore che da quattro anni va in prestito senza mai essere riscattato da nessuno.
- I “Mai più”: il sottoscritto non fa di mestiere l’allenatore, ma è giusto che si ponga delle domande a voce alta. A cosa serve questo Maksimovic in campo? Un giocatore che sta cancellando quel pochino di buono dimostrato nei precedenti diciotto mesi e dando terribilmente ragione a Sarri che lo trovava utile per le partitelle del giovedì. Non sappiamo se sia solo una questione contrattuale, ma questo ragazzo sta collezionando prestazioni pessime una dietro l’altra e dunque anche per lui, come per Bakayoko, è arrivato il momento di sedersi in pianta stabile in panchina. Anche Hysaj, da me sempre difeso e per il quale ho chiesto più volte il rinnovo, dal post covid non è più lo stesso giocatore. Se il ragazzo non è sereno fuori un altro, perchè a differenza di quanto pensi il suo procuratore, se all’orizzonte è pronto il Real Madrid allora buona fortuna.
- Gira la ruota: proprio come nella famosa trasmissione del compianto Mike Bongiorno, per capire le posizioni che i calciatori del Napoli occuperanno a ogni partita bisogna affidarsi alla sorte. Prendiamo ad esempio Zielinski, giocatore dalle enormi qualità tecniche ma assolutamente incostante, ieri è partito da trequartista (ruolo mai fatto nella sua carriera), per poi passare a esterno alto e terminare da centrocampista a due. A cosa serve questo inutile stravolgimento di ruolo che toglie certezze ai giocatori e non dà praticamente mai alcun vantaggio nei confronti dell’avversario?
- Il “lunapark”: ammetto di essere confuso nei confronti del tecnico del Napoli, mi ero ripromesso di dargli una seconda possibilità dopo averne chiesto l’esonero (ma subito dopo quello di Giuntoli) al termine della sconfitta casalinga contro lo Spezia. La gara interna con la Fiorentina mi aveva fatto pensare a una svolta definitiva e invece no, perchè questa squadra ormai è chiaro che continuerà fino a fine stagione con continui alti e bassi senza trovare mai un vero equilibrio. A questo punto anche il sottoscritto sta cercando il suo equilibrio nel giudizio e crede che il tecnico debba rimanere (salvo crisi profonde) ma solo fino a fine stagione, quando sarà giusto salutarsi (ho già detto che aspetto le dimissioni di Giuntoli?) e ripartire con un nuovo progetto tecnico. A tal proposito, per coloro che aspettano Allegri o Benitez, consiglio di seguire un nome di un grande tecnico: Vincenzo Italiano. Uno reduce da tre promozioni consecutive e che sta facendo delle cose egregie con una squadra priva di talenti puri.
Articolo a cura di Marco Lepore