NEMICI MAI
REINA – È di Madrid ma ha fatto fortuna a Barcellona. Perché era al Bayern di Monaco (dove ha vinto il primo campionato della sua carriera) ma ha preferito stracciare l’accordo e tornare al Napoli, per guadagnare di meno, non lottare per vincere la Champions ma per sentirsi di nuovo importante. È lo è stato, eccome se lo è stato. 182 partite con la maglia del Napoli, settimo posto per presenze tra i portieri della storia, impossibile che possa essere solo un ex. Reina non lo è: non solo perché era il portiere del Napoli che per ben due volte ha sfiorato lo scudetto con Sarri. Come dimenticare la famigliola che sfilava uno dietro l’altra con la maglia numero 25 addosso alla fine di ogni partita. La moglie Yolanda, ex pallavolista del Cordoba, Grecia, Alma, Luca, Thiago e Siri, sono la sua forza. L’unica volta in cui si è sfiorata la rottura vera è stata proprio per una battuta di De Laurentiis in sua presenza.
Ma poi ci pensò Sarri a rimediare anche se lo spagnolo giocò l’ultima stagione col contratto in scadenza, senza avere mai quel rinnovo che sognava. Era uno degli uomini di fiducia di Benitez, lo è diventato poi anche del tecnico di Figline. Quando Sarri disse di sì alla Juve, Pepe lo difese a spada tratta. «Quello che proprio non digerisco è l’ipocrisia: lui ha dato sempre il massimo e ha prodotto un calcio bellissimo nel suo periodo a Napoli, per questo va difeso, ammirato e rispettato. La mia ammirazione per lui non cambierà di una virgola, che alleni la Juve o un’altra». La sua mancata conferma nel 2014 fu uno dei motivi per cui Rafa perse la pazienza in quella sua seconda (e ultima) estate napoletana. Esplosività, coraggio, freddezza. «Sono venuto per Benitez qui ma poi ho conosciuto Napoli e me ne sono innamorato. Anche io sono un uomo del sud e i napoletani mi assomigliano tanto». Fonte: Il Mattino