Che sensazione provaste quella sera al Picco di La Spezia?
“E’ stata una serata indimenticabile, ti racconto un piccolo aneddoto. Improvvisamente ci fu un boato nella curva del Parma, pensavamo che l’arbitro avesse fischiato la fine e iniziammo a correre per festeggiare la promozione. In realtà esultarono perché il portiere del Foggia aveva fatto una grande parata a Frosinone. Sono stati, comunque, momenti indimenticabili. Una nottata bellissima, un’accoglienza straordinaria. Una gioia indescrivibile, ho fatto parte di quel progetto e sono riuscito a dare un grosso contributo. A Parma, con la mia famiglia, sono stato benissimo e fu un anno indimenticabile”.
Si aspettava che i ducali diventassero così presto una certezza in questa categoria?
“Il Parma rappresenta una realtà di grande blasone, abituata alla serie A. Sono stati bravi a indovinare gli acquisti, D’Aversa lo conosco bene ed è stato sempre sul pezzo salvandosi con molte giornate d’anticipo”.
E per lei che domenica sarà?
“Sarà emozionante tornare al Tardini. Sarà una partita particolare, mi fa tanto piacere giocarla…se il mister mi farà giocare. Secondo me il Parma ha un’ottima squadra, conosco bene Sepe, Scozzarella e Iacoponi che sono molto esperti per la categoria. Guai a sottovalutare questa trasferta”.
C’è chi si sorprende vedendo un Benevento in gran forma pur con un’ossatura proveniente dalla serie B, questo conferma che il buon lavoro della passata stagione continua a dare frutti…
“E’ vero che molti di noi non avevano mai fatto la serie A, ma il gruppo che si era formato l’anno scorso sta portando avanti una certa mentalità che ci consente di dimostrare il nostro valore anche in questa categoria. Pareggiare con la Juventus, vincere a Firenze o mettere in difficoltà grandi squadre fa capire che questo Benevento non molla mai e vuole difendere questa A che ha conquistato con merito sul campo”.
Quanto manca l’apporto del pubblico?
“L’anno scorso abbiamo vinto con e grazie a loro, arrivare allo stadio e sentire quel clima di silenzio ci dà un pizzico di tristezza. Il Vigorito è sempre stato un fattore, sono il classico calciatore che si galvanizza quando ha la possibilità di esprimersi a cospetto di un grande pubblico. Quando scelsi Benevento l’ho fatto per due motivi: per la serietà della società e per il calore della piazza”.
Mancini è sempre stato un Commissario Tecnico meritocratico, c’è qualche suo compagno che meriterebbe di vestire l’azzurro e le piacerebbe ritrovare anche lì suo fratello Lorenzo?
“Non faccio nomi per non dare dispiacere a nessuno, ma ci sono calciatori che potrebbero vestire la maglia della Nazionale senza problemi. Quanto a me, ho fatto la trafila delle giovanili e sarebbe un sogno ritrovare anche lì mio fratello Lorenzo”.
Un ricordo di Maradona?
“Sono cresciuto vedendo le videocassette di questo grande campione. Secondo me bisogna ritirare la numero 10 in tutte le squadre, non solo a Napoli, e intitolare lo stadio a Diego Armando Maradona. Un uomo e un giocatore che non dimenticheremo mai, che per noi napoletani sarà sempre un fratello maggiore che resterà nei nostri cuori”.
Inzaghi-Foggia-Vigorito, un terzetto che certo vi sta dando una grossa mano. Che giudizio ha in merito?
“Inzaghi è un martello, come ho sempre detto. L’anno scorso abbiamo perso soltanto a Pescara, poi le abbiamo vinte tutte ed è iniziato il nostro cammino da record. Stesso discorso in questo campionato: dopo una serie di sconfitte consecutive è stato bravo a toccare le corde giuste, a stimolarci, a caricarci un’altra volta. Devo dire che la presenza del direttore sportivo Pasquale Foggia è un altro valore aggiunto, chi ha giocato a certi livelli capisce benissimo determinate dinamiche da campo. In tanti ci invidiano il presidente Vigorito, ma ce lo teniamo stretto. Dopo la partita con la Juventus era quasi commosso, ha detto che si sentiva ancora più fiero di noi perché rivedeva il Benevento combattivo e determinato che ci consentirà di togliersi grandi soddisfazioni”. Fonte: TuttoMercatoWeb.com