Mertens s’è preso tutto, persino la Storia, ha scavalcato Maradona, poi anche Hamsik, divenuto principe pro-tempore, poi se stesso, s’è scatenato, è arrivato a centoventissette gol, ha promesso di segnarne ancora perché non si sa mai, è preferibile che esista distanza dagli umani. E infine si è ritrovato nell’inaspettata condizione di «sotto-punta». Si chiamano così quelli che stanno dietro all’attaccante centrale, cercando l’ombra per regalarsi il fascio di luce abbagliante. Che però quello scugnizzo di Ciro, da Palazzo Donn’Anna, ha perduto. Adesso che ha trentatré anni e un biennale appena rinnovato, esulta come un part-time qualsiasi (ne ha fatti due, per il momento), certo mica ignaro del suo recente passato, quando ne fece settantacinque (75) in poco meno di un triennio, tra Sarri ed Ancelotti. Fonte: CdS