Dopo i primi mesi di fisiologico adattamento, Gattuso, ora, si sta quasi divertendo a sperimentare. Ogni giocatore è diventato una provetta da maneggiare con cura, ed ora l’allenatore si gode i suoi jolly. Nelle sue mani di carte, ce ne sono diversi. Ha ottenuto una squadra che gioca a memoria, che inverte i terzini, che utilizza un regista come mediano o addirittura come trequartista, vedi Lobotka o Mertens, di solito esterno alto, o attaccante centrale. Discorso analogo anche per gli esterni bassi. Hysaj è diventato un terzino polivalente, ancora più variabile la posizione di Di Lorenzo, che nasce terzino destro, ma all’occorrenza ha giocato centrale difensivo, così come (giovedì sera contro la Real Sociedad) quarto di centrocampo a destra. A proposito di esterni: le ultime apparizioni di Ghoulam e Malcuit (entrambi terzini bassi) sono state da esterni alti d’attacco: un modo per far mettere loro minuti nelle gambe senza dover troppo badare alla fase difensiva. E poi c’è Lozano, il vero capolavoro targato Gattuso. Da oggetto misterioso è diventato un punto fermo. A destra o a sinistra, nessuna differenza per il messicano che adesso rappresenta una delle certezze del Napoli e dell’allenatore.
Il Mattino