Tiémoué Bakayoko è il corpaccione che mancava nel mezzo del Napoli. Anche se non giocava da marzo, anche se si portava dietro più ruggine e polvere dell’Amica geniale in tivù. Il ragazzo francese ha fatto la sua parte. Per ora è una parte statica e rassicurante, un incrocio tra John Wayne e Marcel Desailly, che dice a un Fabian Ruiz che può avventurarsi avendo finalmente le spalle coperte da uno centrocampista che sa tenere posizione e compiti.
L’impressione è che Bakayoko sia un incastro perfetto: per come si muove e per lo spazio che occupa. È un giocatore fuori scala che fa pesare il suo fisico, portando una mole di sicurezza che ha fatto la differenza. Molto ancora deve recuperare in mobilità e in elasticità, il suo metro e novanta è difficilmente aggirabile, e sa farlo pesare sugli avversari, senza commettere falli inutili, sporca ma non abbatte, spezza il gioco degli altri senza interrompere quello collettivo, ha una pulizia d’intervento che sembra un ossimoro rispetto al corpo che la esercita.
Questa sua disparità atletica diventa un peso enorme nel centrocampo del Napoli, al quale mancava un uomo così, in più diventa un innesto tutto fisico che dalla difesa con Koulibaly disegna una retta con l’attacco di Osimhen. Qualcosa di anomalo per il Napoli che ha sempre scelto la leggerezza in questi anni.
Spesso patendo questa assenza di muscolosità. Bakayoko sposta la giocata, entrando pesantemente nella partita, rendendo scomodo lo spazio occupato dagli avversari col pallone o senza. Aggredisce, difende e se torna quello delle prime stagioni al Monaco imposterà pure. Adesso la sua presenza in campo ha smosso gli equilibri, ma ha dato una ombra di protezione a Ruiz che si è mosso libero, senza il pensiero di rimanere vittima del fuoco amico, di trovarsi sbilanciato e perduto. Fonte: Il Mattino