Milik scaccia-chiodo d’un amore finito “brutalmente”

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Lampi da bomber, fino al rifiuto del rinnovo Arek, lacrime e gol.

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Due ginocchia saltate, l’ombra lunga del Pipita e la rottura con i tifosi: storia di un amore mai nato.
Il giorno in cui Arkadiusz Milik poggiò i piedi a Napoli, avvolti (come spesso succede nel calcio) da un velo di mistero, intorno scoprì comunque di scorgere un pizzico di curiosità. L’avevano preso per sostituire el pipita, trentasei gol “appena”, record di Nordahl abbattuto dopo sessantasei anni. E soprattutto scaccia-chiodo d’un amore finito “brutalmente”.

Ma la diffidenza, si sa, può durare tanto oppure niente, e per un centravanti conta solo ciò che sai fare, quasi poco importa come tu lo faccia: 7 reti in 593 minuti, tre doppiette (una delle quali nei ventinove minuti giocati con il Bologna), la capacità di riempire l’area e persino i sogni, che carezzavano Napoli. Trentatré milioni di euro (bonus inclusi), per ritrovarsi un gigante del gol, per starsene quasi con lo sguardo all’insù, a spiegare che nel calcio, come in amore, c’è sempre la possibilità di rifarsi una vita, nonostante la cicatrice d’un tradimento. Fonte: CdS

 

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