NAPOLI – Vox populi. E conviene ascoltarle, perché in genere raccontano verità nascoste, idee che stanno germogliando nell’ombra. Il mercato è immutabile, nei secoli dei secoli, e tra un chiacchierata e un chiacchiericcio talvolta s’annida una tentazione sorda, che va implodendo, il richiamo silente d’una placida ossessione da assecondare. Ma con (im)praticabile discrezione. L’oro di Napoli è invitante, abbagliante, persino accecante e capace di fare tante cose e quasi sempre quelle utili. Ha affascinato anche il Psg, che dal suo macro-impero osserva e studia, aspetta e spera.
Tra Aurelio De Laurentiis e Nasser Al-Khelaifi i rapporti si sono consolidati negli anni e negli affari, conclusi stringendosi la mano ancor prima di concedersi al carteggio. Lavezzi è stato il primo – nel 2012 – a salutare Napoli per imbarcarsi verso Parigi, alla non modica cifra (dell’epoca) di trenta milioni; e dopo un anno appena, per riformare quella coppia da favola, a seguirlo fu Cavani, costato ai francesi 64 milioni di clausola.
Il Psg è appena uscito dalla finale di Champions, ha avuto appena modo per pensare alle proprie strategie. Ed ha comunque dovuto fronteggiare altre n Fabian Ruiz, un giovanotto di ventiquattro anni. Che ha fatto girare la testa al Real Madrid e al Barcellona, ci sono zaffiri che brillano di luce propria e conquistano. In quest’estate placida, in cui nulla è ancora successo e tutto può ancora accadere, l’effetto stordente di quella classe pura e cristallina di un centrocampista situazioni. Ma ora sta cominciando ad entrare in campo, a modo suo, e Fabian Ruiz è diventato un desiderio per il futuro.
I tempi, si sa, li determina il mercato, che è un intrigo difficilissimo da analizzare con serena disciplina. Il Napoli è prigioniero di situazioni indipendenti dalla propria volontà. Koulibaly sospettava di dover andare al City, poi si è ritrovato «ostaggio» di Suarez; Milik si era promesso alla Juventus ma ora è consapevole – dopo le telefonate di ieri tra Adl e Ramadani – di essere più vicino alla Roma, che ad Ünder aggiungerebbe un «primavera» (non più Riccardi, ormai al Pescara) e un ragionevole conguaglio. Fonte: CdS