Abel Balbo sta con Dzeko, lo considera «l’hombre ideal» di questa Roma. Per una serie di caratteristiche come esperienza, feeling con i compagni e peso nella storia, ma contemporaneamente l’ex bomber giallorosso (87 gol in 182 presenze ufficiali) ammette di avere un debole anche per Arkadiusz Milik. «Non si potrebbero avere tutti e due? Sarebbe grandioso. Perché scegliere?»
Balbo, lei chi preferisce tra Dzeko e Milik? «Fare comparazioni è sempre antipatico. E poi hanno caratteristiche ed età differenti. Dzeko gioca a meraviglia con la squadra e qui ha sfondato il muro dei 100 gol. La sua storia parla da sola. Milik lo conosciamo altrettanto bene: lui è più un animale d’area di rigore. Credo che l’incastro degli attaccanti dipenda dalle volontà dei singoli. Se Dzeko volesse andare via il polacco sarebbe un ottimo sostituto. Se Dzeko volesse restare… beh tanto meglio».
Come giudica le qualità del polacco? «Vede la porta come pochi in Serie A. Ha la cattiveria giusta, è forte fisicamente, bravo tecnicamente e con un mancino impressionante. E poi calcia molto bene le punizioni. Sicuramente è un attaccante di alto livello. Uno da Roma».
Zaniolo, Pellegrini, Pedro, Mkhitaryan e Perez, oltre a Kluivert e Pastore. Sono calciatori che si sposano bene con le sue caratteristiche? «Assolutamente sì. Dal centrocampo in su la Roma è una grande squadra e Milik fa gol in tante maniere: di tecnica, di prepotenza, attaccando gli spazi, di testa… Gli arriverebbero tanti palloni nei sedici metri finali. E poi ricordatevi che quelli bravi e intelligenti non hanno mai problemi ad adattarsi ai compagni. I problemi, semmai, li hanno quelli scarsi».
Milik al Napoli si è rotto entrambi i crociati. È così difficile tornare ad alti livelli dopo infortuni del genere? «Da calciatore, grazie a Dio, non mi sono mai fatto male. Quindi non so cosa si prova. Ma un grande campione può recuperare persino dall’infortunio più terribile. Conta la testa e anche un po’ di fortuna perché l’intervento e la riabilitazione devono andare bene. Mi sembra che Milik ne sia uscito alla grande. In campionato ho seguito spesso il Napoli, ho guardato anche il triangolare amichevole di venerdì sera, e sta benissimo. A dirla proprio tutta l’ho visto meglio di Osimhen, di cui parlate ogni giorno (ride ndr)».
L’Argentina è da sempre la Patria dei grandi attaccanti. La Polonia ora sta seguendo questa strada con Milik, Lewandowski e Piatek. Che spiegazione si dà un ex bomber albiceleste come Balbo? «In passato hanno avuto ottimi calciatori. Evidentemente non lavoravano nella maniera giusta e, a parte qualche eccellenza, non li preparavano per carriere importanti. Oggi stanno raccogliendo i frutti della semina, sono stati bravi. Non ci sono altre strade per il successo».
A Roma è iniziata l’era Friedkin. Lei che aspettative ha? «Quando c’è un cambio di proprietà è normale respirare entusiasmo. La garanzia che i Friedkin si impegneranno per fare grande la Roma sono i soldi che hanno speso. Quindi le mie aspettative sono alte. Una città come Roma ha bisogno di una squadra che sia protagonista in Italia e in Europa. E speriamo di tornare a vincere presto».
Fonte: CdS