Gattuso se la ricorda bene quella notte. La ferita non è ancora coperta dalla cicatrice. «Con il Barcellona abbiamo sbagliato la partita, l’abbiamo buttata via. Perché si vedeva che erano in difficoltà». Dopo circa venti giorni il tecnico azzurro ancora non dimentica…«Dopo la Coppa Italia, volevo vedere il veleno nelle ultime gare. E invece. Ecco, è in quei momenti lì che bisogna alzare l’asticella». E adesso, occhi negli occhi, per andare avanti ed osare di più. «Io da loro mi aspetto, ovviamente, tantissimo». L’obiettivo è la riconquista di un posto Champions. «Dobbiamo migliorare il settimo posto di quest’anno ma non basta: non ho paura di nulla, né ci poniamo limiti, ma rientrare tra le prime quattro è il nostro obiettivo». Intanto, nella sua testa, si insinua una tentazione, un cambiamento…«Voglio dare qualcosa alla mia squadra, ora che posso, perché nella stagione passata, a un certo punto, abbiamo fatto un altro sport e non potevamo neanche andare a vedere i video. Dovremo fare il minor numero di danni possibili e la presenza di Osimhen mi spinge a provare qualcosa di nuovo». Modulo ok, ma soprattutto sentimento. «Si parla sempre di mercato, ma chi vuole restare deve esserne convinto al 100%. Serve senso di appartenenza e voglia di stare in un club. Chiederò tanto a tutti, me compreso: devo essere lucido, sbroccare il meno possibile e con i ragazzi dobbiamo migliorarci».
Il calcio è piedi ma anche testa e magari un pizzico di personalità. «A me comunque interessano più quelli che hanno anche tecnica, perché è quella che va combinata con il carattere. Io ho già giocatori tra i più bravi di Europa e adesso sta a loro, ma anche a me, di fare quello scatto in avanti che ci consenta di non stare qui ancora a pensare alla partita di Barcellona ed a quella sconfitta».
CdS