Gli allenatori come Gattuso sono creature di nervi e sangue, non indossano armature o maschere. E nervi e sangue sono le materie prime della passione. Dunque, se a Gattuso urlano terrone di m… e altra roba del genere, per di più dalla panchina della squadra avversaria, ecco che reagisce come ha fatto durante Napoli-Lazio. Non un grande spettacolo, per carità. «Avrei meritato di essere espulso anche io», dirà. Ecco, tutti apprezzano il coraggio a volte teatrale delle interviste di Rino dopo ogni partita. I cuori caldi sono fatti come lui, prendere o lasciare. Il calcio si ama anche così, con personaggi come Gattuso che non vivono con la mano perennemente davanti alla bocca per non far intendere quello che hanno da dire in campo. «Vieni a dirmelo in faccia» aveva sbraitato Ringhio. Il giorno dopo il colpevole della Lazio alza la mano per chiedere scusa.
«Non mi era mai capitato prima di offendere qualcuno, il mio comportamento è stato inopportuno», dice Alex Maggi che nella squadra di Lotito è il fisioterapista.
Capitolo chiuso? No, perché oggi la Procura federale aprirà un fascicolo che porterà probabilmente al deferimento e a una sanzione. Perché la frase è una frase razzista e non è stato un becero tifoso qualsiasi a gridare terrone di m… ma un tesserato della Lazio. Pessimo esempio, per tutti. Vedremo cosa deciderà la Procura Figc che aprirà un fascicolo tenendo conto delle relazioni degli ispettori federali. Così come è successo a Mirco Moioli, team manager dell’Atalanta il 12 luglio, deferito dopo aver reagito urlando terrone del c… a uno pseudo tifoso del Napoli che molestava Gasperini. In ogni caso, incidente chiuso per Gattuso. Ma con Inzaghi nessuna telefonata domenicale. Fonte: Il Mattino