Troppi goal subiti e tanti errori: Insigne unica nota positiva

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Per la verità, l’intero Napoli è stato molle nel primo tempo, giocato sotto ritmo, scuotendosi appena un po’ nella ripresa dopo il pareggio di Insigne su rigore. Il vero problema sono i buchi difensivi. Evidenziati dal dato post-lockdown: in 11 partite il Napoli non ha subito gol soltanto nella finale di Coppa Italia nei 90’ e nella partita a Verona. Poi 12 reti e tanti errori, compresa quella leggerezza nel finale di Koulibaly che s’è fatto sfuggire Kulusevski. Eppure, ieri Gattuso ha schierato la linea che probabilmente utilizzerà contro il Barça. Il Napoli non riesce ad essere compatto in queste partite che sono diventate esercitazioni dato che non ci sono più obiettivi: è prevedibile, non ha aggressività.

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Alcuni giocatori, peraltro, non hanno obiettivi da tempo: Allan, ad esempio, ha l’atteggiamento di chi sa di essere in lista di sbarco. Un esempio costruttivo è quello di Insigne, autore del gol del pareggio su rigore – l’ennesimo concesso per il tocco col braccio, dopo analisi al Var – e sempre pronto a sacrificarsi, percorrendo chilometri sulla sinistra, con uno sguardo torvo perché vorrebbe vedere un altro Napoli in campo. E invece nelle ultime quattro partite ci sono stati due pareggi, una sconfitta e una vittoria, al 95’, in rimonta sull’Udinese. Il problema della finalizzazione è emerso anche a Parma: 12 tiri e una rete, dal dischetto. Fonte: Il Mattino

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