Maradona: “Sorrentino non usi il mio nome”
Maradona non perde occasione per far parlare di sé. Nel bene e nel male. E questa volta prende posizione nei confronti di uno dei suoi tifosi più accesi e appassionati: Paolo Sorrentino. Succede che l’avvocato del Pibe, Matias Morla, via Twitter ha messo in guardia il regista napoletano dallo sfruttare l’immagine del fuoriclasse argentino nel suo nuovo film. Solo che «È stata la mano di Dio», questo il titolo annunciato pochi giorni fa dal premio Oscar, promette di non avere nulla a che fare con Diego. Lo hanno specificato subito sia il regista, coproduttore del progetto con The Apartment (parte di Fremantle), sia Netflix che lo distribuirà nel mondo: «Sarà una storia intima e personale», una vicenda dal carattere fortemente autobiografico che lo stesso Sorrentino ha definito «un romanzo di formazione allegro e doloroso». Nelle note che hanno accompagnato la notizia, il cineasta non ha fatto alcun riferimento diretto a Maradona. Quindi, l’allarme del legale dell’ex calciatore sembrerebbe ingiustificato. La classica tempesta in un bicchier d’acqua.
Tornando a girare a Napoli a vent’anni dal celebrato esordio con «L’uomo in più», Sorrentino si prepara a raccontare l’epoca della sua adolescenza vissuta al Vomero, un’età felice spezzata dal tragico incidente domestico che provocò la morte dei suoi genitori, avvelenati dalle esalazioni di una stufa difettosa nella casa di montagna a Roccaraso. Proprio quel giorno Paolo, sedici anni, aveva avuto il permesso di seguire in trasferta il Napoli di Maradona a Empoli. Quella partita e il tifo per Diego gli salvarono la vita. Da qui la dedica al mitico «Dies» sul palco dell’Oscar. Da qui, con ogni probabilità, anche il titolo del film, «È stata la mano di Dio», alludendo, con questa espressione popolare, a un provvidenziale gioco del destino.
Ma «È stata la mano di Dio» è anche la definizione scugnizza che lo stesso Maradona diede del discusso gol segnato contro l’Inghilterra ai Mondiali dell’86. È bastato questo accostamento, questa metafora incrociata, per insospettire l’entourage del campione? «Diego Maradona non ha autorizzato l’uso della propria immagine per questo film. Stiamo già studiando una strategia legale con i nostri colleghi italiani per un esposto formale sull’uso indebito di un marchio registrato» ha annunciato su Twitter l’avvocato Morla riprendendo un articolo del «Clarin». Lo stesso giornale ha ricordato che la concorrente della piattaforma Netflix, Amazon, sta lavorando a una serie sull’asso argentino, «Sueno Bendito» (girata per alcuni episodi anche a Napoli): «Che ha già generato non poche polemiche». Titti Fiore (Il Mattino)