In sintonia con il designatore Rizzoli, raccomandò di andare spesso al Var, specie in casi controversi
Aumentare la visione del VAR sul campo, «specie nei casi controversi che rientrano nell’ambito del protocollo internazionale». Il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina, in piena sinergia con il designatore arbitrale di Serie A Nicola Rizzoli, lo aveva ribadito. Era il 13 febbraio) prima che il lockdown e la pandemia scombinassero l’ordine delle cose, trasferendo ai direttori di gara questa indicazione ben precisa.
Che, effettivamente, fu presa piuttosto alla lettera, almeno prima dello stop. Restando a guardare in casa Fiorentina, nella partita con la Samp, successiva a questa data, Irrati, andò in un paio di occasioni all’OFR, la revisione sul campo, decretando poi due rigori.
A scatenare le polemiche c’era stato prima il fallo da rigore di Lautaro Martinez su Toloi in Inter-Atalanta. Quando lo stesso Rizzoli riconobbe «l’errore umano da parte del VAR», e poi la furia di Commisso quando, al termine di Juventus-Fiorentina, attaccò il direttore di gara Pasqua per i due rigori fischiati ai bianconeri, che «il primo ci poteva stare, ma il secondo no». Il messaggio, forse, dovrà essere ribadito ancora una volta: il tempo rischia di aver messo il primo in naftalina. Fonte: CdS