Serie A: Alle spalle le spaccature della Lega e il caos

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È l’11 marzo e anche la Uefa si arrende e ferma Europa League e Champions. In Lega i presidenti cominciano a discutere delle perdite per il lockodwn. Alcuni club (tra cui il Napoli) decidono per la cassa integrazione per i propri dipendenti. Il 19 marzo arriva lo stop anche agli allenamenti, In Lega iniziano le spaccature tra chi vuole tornare a giocare anche in estate (Lotito è il leader) e gli altri che vogliono fermarsi (Cairo, Cellino e Commisso guidano il gruppo). Il 6 aprile la Lega approva la riduzione di un terzo degli ingaggi se lo stop è definitivo e di un sesto se il campionato riparte.

L’Aic boccia il piano: «È una vergogna». Il 21 aprile Spadafora gela il calcio: «Inutile illudersi». Ma Gravina non si smuove: «Non sarò io il becchino». Un’altra grana: il protocollo del Cts mette i medici dei club al centro dei controlli. E loro insorgono: «Nessuno di noi vuole prendersi la colpa». Il 26 aprile si intravede la luce: Conte apre, sia pure nei limiti di un rigido protocollo ma Spadafora non molla: «Pressioni dai club ma nulla è scontato».

Il comitato tecnico-scientifico giudica «insufficiente» il piano di Figc e Lega. Ma si tratta per gli allenamenti individuali dal 4 maggio e dal 18 per i collettivi. Le squadre iniziano con le sedute facoltative. Dalla Germania arriva il segnale più importante con la cancelliera Merkel che dà l’ok per la Bundesliga. Iniziano i tamponi, il 13 maggio la Lega vota la ripartenza il 13 giugno. Il governo frena ancora ma la linea dei contagi dà speranza.

Il 28 maggio è la svolta con il via libera di Conte: «Il 20 giugno riparte la serie A». Resta il divieto per i tifosi. Fonte: Il Mattino

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