Carolina Morace: “Il calcio femminile vive nella discriminazione più totale”
L’ex allenatore del Milan femminile, oltre che di Canada e Trindad e Tobago Carolina Morace parla del movimento femminile, soprattutto in un momento dove si deciderà il destino anche a livello agonistico.
Oggi c’è il Consiglio Federale che va verso la decisione dello stop definitivo anche al calcio femminile. E’ la scelta più giusta? “La scelta si doveva prendere anche prima. Le premesse per cui riprenda il calcio maschile le conosciamo tutti e sono un bagno di sangue. Nel femminile no. Non capisco perché accomunare i due mondi. Si parlava di professionismo e le ragazze sono dilettanti, per cui non ho proprio capito il protrarre fino ad oggi. Si è fermata la pallavolo femminile che genera molti più introiti del calcio femminile. Non riesco a capire perché la cassa integrazione per le ragazze del calcio non sia arrivata… Facciamo un po’ di chiarezza. Non è che possono essere professioniste o dilettanti quando fa comodo”.
Assodato questo, sarà il momento di dare uno sguardo serio anche alla situazione economica del calcio femminile. Con lo stop ci saranno perdite enormi per un settore che stava iniziando a muovere i primi passi concreti. Cosa si dovrà fare secondo lei? “Il calcio maschile vogliono farlo ripartire perché altrimenti 4 o 5 società rischiano di saltare. Ciò significa che non c’è la copertura adatta. La sostenibilità che manca nel femminile, è molto tirata anche nel maschile. Se ci sono alcune squadre che se si fermano tre mesi non riescono a continuare, non c’è sostenibilità. Anche in Serie B è uguale, forse peggio. Ci sono tante leghe professioniste nel maschile, non ce ne può essere una femminile a 12 squadre?”.
La Nazionale Statunitense si è vista negare il diritto alla parità salariale e conosciamo tutti quanto sia sviluppato in America il calcio femminile. Cosa ne pensa? E’ utopia, a questo punto, credere lo si faccia in Italia e in Europa? “La Federazione dovrebbe seguire l’esempio tedesco e mi spiego: il Mondiale vinto dagli uomini deve avere lo stesso valore di quello vinto dalle donne. Questa è una cosa da fare a prescindere dal professionismo. E’ una vera e propria discriminazione della Federazione, non ci sono scuse. Il valore di un Mondiale, di un Europeo o di un secondo posto deve essere uguale, porterebbe anche un numero maggiore di tifosi ad appassionarsi al calcio femminile. La mia generazione è arrivata due volte in finale di un Europeo e nonostante questo il nostro calcio non si è sviluppato perché i dirigenti di allora erano miopi, avevano il prosciutto sugli occhi.Avevamo tante giocatrici importanti, si giocava benissimo: se solo ci avessero creduto loro, avrebbero venduto il prodotto come tutti gli altri Paesi. Probabilmente non ne capivano tantissimo di calcio”.
Gli Europei sono stati rinviati al 2022: per l’Italia è una possibilità in più vista la crescita di calciatrici giovani o è un rischio perché si va incontro all’aumentare dell’età da parte delle più esperte? “Abbiamo un problema di numeri che sarà risolto tra qualche anno. Adesso i papà iniziano a portare le figlie a giocare nella Roma, nella Juventus, nella Fiorentina o nel Milan. Diciamo che tutto quello che verrà sarà positivo perché siamo 20 anni indietro. Sarà più difficile del Mondiale perché lì eravamo la sorpresa e questa volta ci conoscono. Speriamo che qualche esca qualche giovane che possa fare la differenza e che ci sia il gruppo di prima, senza esclusioni. Le più grandi sono molto importanti ma credo ci saranno tutte. Solo Sabatino è più grande ma lei è una giocatrice di grandissima esperienza, non dovrà fare tutta la partita e potrà dare una grossa mano”.
Lei ha allenato Daniela: cosa ci può dire? “Al Sassuolo sta facendo bene, nel Milan si è espressa al massimo livello. Lei è una che i gol li fa. Per me non è solo una calciatrice di un certo modo, lei fa la differenza umanamente. E’ un capitano che pensa alla squadra, non pensa solo ai fatti suoi. La conoscevo perché la chiamai in Nazionale e mi piacque da subito come persona. E’ un vero leader, ha un carisma naturale perché si preoccupa delle altre, fa la portavoce”.
Commenta anche le gare di Serie A maschile: alla ripresa, qualora ci sarà, vede un dominio Juve o Lazio e Inter possono continuare a dare fastidio? “Difficile predirlo, soprattutto dopo tutti questi mesi di stop. Già ci sono calciatori con problemi muscolari e non ho la palla di vetro per dire cosa succederà. La userei anche per tanto altro (ride, ndr.). Però le squadre sono lì e tutto può succedere”.
Ipotizzava una stagione simile da parte della Lazio vista la crescita graduale o è stata una sorpresa? “Per me non è una sorpresa perché è una squadra che cambia sempre poco ed è molto collaudata. Inzaghi è lì da cinque anni, per cui mette sempre tasselli in più dove vanno messi. Poi c’è Tare che sta dimostrando di essere molto valido nel suo ruolo”.
Sorpresa? “Se devo parlare di sorprese dico Parma e Verona. Il Parma è una squadra molto organizzata, sta facendo un ottimo campionato. Il Verona è molto bello da vedere, gioca benissimo. C’è anche la SPAL di Di Biagio che ho visto giocare bene. Se la squadra avesse avuto una buona identità, avrebbe potuto salvarsi senza problemi. Non per demeriti di Semplici, anzi: solo per un ciclo finito, anche perché in passato giocava benissimo”.
L’Italia di Mancini sembra aver intrapreso un percorso limpido e vincente: a Euro 2021 abbiamo delle possibilità? “Mancini sta facendo giocare l’Italia secondo il trend di oggi: si difende correndo in avanti, attaccando i punti di riferimento, non aspettando l’intercetto. Dopodiché la squadra lo segue e la nostra potremmo dirla tranquillamente”.
E’ stata la prima calciatrice ad entrare nella Hall of Fame del calcio italiano. E’ stata premiata nello stesso anno di Maradona, Mazzola, Cannavaro e Ancelotti. Quanto fu forte l’emozione di quella nomination? Ricorda ancora quella giornata? “Di nomination ne ho vissute tante, l’ultima il Golden Foot a Montecarlo dove ho messo le mie impronte sulla Champions Promenade. Quella è una grande emozione perché stare accanto a tutti quei campioni è indescrivibile. Secondo me nel calcio femminile non può entrare una ogni anno nella Hall of Fame, altrimenti diventa una cosa ridicola…”.
Fonte: Salvatore Amoroso calciomercato24.com