CONTE E VIAGGI
Dopo le parole di Conte, che in settimana ha sottolineato la sua volontà di prendere in mano il dossier calcio, ipotizzare che ci sarebbe stato un no alla ripresa degli allenamenti collettivi era complicato. Avrebbe significato il sorpasso degli scienziati e del ministro Spadafora al premier. Se il calcio dovrà chiudere dovrà essere il primo ministro a deciderlo e ad annunciarlo. E comunque sia per il Cts sia per il governo la ripresa delle sedute collettive non vuol dire automatica ripresa del campionato.
Tutt’altro… Quello del 18 è considerato un altro passo in avanti in un percorso che non è breve anche perché non più tardi di tre giorni fa il Cts definiva «un elemento critico la mobilità a medio ovvero all’interno del Paese e in ambito internazionale».
Perché?
«La situazione epidemiologica attuale rimane caratterizzata da differenti livelli di circolazione nelle diverse regioni italiane e nei diversi Paesi».
Quello degli spostamenti per le squadre che andranno in trasferta è il tasto dolente secondo il comitato. Soprattutto in entrata e in uscita dalle regioni con più contagi. Considerato che il campionato riprenderebbe il 13-14 giugno, il tempo per veder migliorare la situazione c’è e se l’R0 si abbassasse significativamente, si potrebbero fare discorsi di un altro genere. Tra tre settimane, magari, anche la vicenda dei tamponi, da fare ogni quattro giorni al gruppo squadra (secondo il protocollo dell’Fmsi), potrebbe aver preso una piega diversa. Ci saranno nuovi test che consentiranno di limitare a due settimane, dal 18 maggio al 2 giugno, al netto di 48-72 ore di test medici dal 15-16 maggio.
I ritiri?
La curva dei contagi poi farà capire molte cose: da giovedì – venerdì si vedranno le variazioni post lockdown e i dati condizioneranno le scelte future. Magari pure quelle sul campionato e sull’articolo 1 del dpcm del 21 febbraio, che prevede le due settimane di quarantena non solo per il positivo, ma anche per i contatti stretti. Che nel caso del pallone vuol dire in quarantena tutta la squadra e magari pure l’ultima avversaria. Uno scoglio insormontabile per sperare di finire il torneo.
FONDO SALVA SPORT
Nella prima bozza del decreto Rilancio che circolava ieri confermata la presenza di un fondo Salva Sport alimentato con una percentuale (0,35) sul totale delle scommesse sportive. Per il 2020 il finanziamento per il fondo sarà almeno di 20 milioni, che saliranno a 40 nel 2021 (20 nel 2022). Fonte: CdS