Benitez racconta un po’ di Cina tra gel, termometri e mascherine

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Rafa Benitez è in Cina, lontano dalla sua famiglia, che vive in Inghilterra. Ne ha viste di tutti i colori in questi mesi. Ha raccontato la sua esperienza attraverso il suo blog. «Dal momento in cui metti piede in aeroporto ti misurano la temperatura fino a tre volte: all’arrivo, in una zona di transito e alla partenza. Disinfettano i sedili, le colonne, i rubinetti, tutto ciò che potrebbe ospitare il virus. Telecamere termiche controllano la temperatura all’ingresso di ogni edificio e poi c’è l’applicazione su smartphone che traccia chi è stato infettato».

«Quando siamo arrivati in Cina la prima cosa che abbiamo fatto è andare nelle nostre stanze, isolate. Ci hanno chiamato per fare il tampone e da quel momento non abbiamo lasciato il nostro ritiro per i 14 giorni successivi. Il cibo ci è stato consegnato in contenitori di plastica e sacchetti. Tutto usa e getta. Gli impiegati ce lo consegnavano perfettamente protetti da guanti, mascherina, occhiali e tuta. Alla fine della quarantena nessuno dei nostri è risultato positivo. Questa può essere la realtà delle squadre quando e se i campionati riprenderanno. Tanta cautela, molti controlli non solo sui calciatori, ma anche sul personale». La vita anche dopo la quarantena è comunque cambiata. Scrive Benitez :«Quando sono andato in alcuni ristoranti mi hanno controllato la temperatura all’ingresso, mi hanno dato del gel antibatterico per le mani, in altri mi hanno fornito un sacchetto di carta in cui mettere la mascherina. In alcuni ho visto delle divisioni tra i tavoli. Se possibile, è meglio pagare sempre con carta ed evitare i contanti». Consigli utili in tempi di pandemia, un vademecum per chi si affaccia al nuovo mondo. Firmato Rafa Benitez.

CdS

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