ESCLUSIVA – Mario Merati (calciodonne.it): “La pandemia? Scelta difficile da fare per il calcio maschile e femminile”

All'interno l'intervista al redattore di calciodonne.it

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Il calcio in questo momento dovrà decidere del suo destino se e quando riprenderà a livello agonistico, in piena pandemia Coronavirus. Anche il movimento femminile dovrà capire per il presidente e il futuro, anche per la prossima stagione. Di questo ma anche del Covid-19 ilnapolionline.com ha intervistato il redattore di calciodonne.it Mario Merati.

 

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Nelle ultime ore ci sarebbe un’apertura dal Sotto segretario della salute per il ritorno al calcio giocato. C’è una luce in fondo al tunnel secondo te? Il condizionale è d’obbligo perché la seconda fase è appena iniziata e i risultati si vedranno solo entro il 18 maggio. Gli ultimi casi di giocatori positivi della Fiorentina e Sampdoria non promettono nulla di buono e se i tamponi, i controlli, come d’obbligo dovranno continuare in tutte le altre squadre, sono quasi sicuro che altri giocatori seppur asintomatici saranno costretti ad un’ulteriore quarantena. Il Calcio è uno sport di squadra, uno sport di contatto e quindi credo che sia giusto da una parte, riprendere gli allenamenti collettivi dopo il 18 maggio sempre con le debite precauzioni, ma ho seri dubbi per quanto riguarda la ripresa dei campionati. Tre mesi con soli allenamenti “casalinghi” non bastano per una vera ripresa fisica. Il problema è che l’UEFA entro il 30 Giugno esige l’elenco delle squadre per le coppe internazionali e pur supponendo una ripresa dei campionati a Giugno sarebbe difficile terminarli in tempo se non giocando tre partite alla settimana”.

A tuo avviso quando prevedi novità sul campionato di serie A femminile?Se la questione è spinosa per il maschile lo è ancor di più per il Femminile. Qui mancano solo sei partite ed entro Giugno il tempo ci sarebbe. Però qui ci sono problemi sanitari ed economici notevoli per almeno quattro squadre di A come Tavagnacco, Florentia, Orobica e Pink Bari che non hanno strutture proprie e tra sanificazioni degli spogliatoi, prime e dopo gli allenamenti e le partite ufficiali i costi sarebbero proibitivi. Per le squadre legate al calcio maschile professionistico le cose si potrebbero risolvere senza intaccare molto i loro bilanci, sempre con le dovute cautele sanitarie già stabilite per i loro colleghi maschi. Nel caso si fermasse tutto, io, come altri Dirigenti e Presidenti che ho sentito saremo dell’idea per quanto riguarda la serie A di indicare per le Coppe, all’Uefa : la Juve prima in classifica e per il secondo posto la Fiorentina in virtù della classifica avulsa in quanto si è giocato un solo scontro diretto tra le ragazze viole e rossonere terminato per altro in parità e manca il match di ritorno. Per la serie B promuoverei le prime tre in classifica : Napoli, Lazio (che ha una partita in più) e il San Marino; con questa decisione non ci sarebbe alcuna contestazione da parte di nessun’altra società. La serie A per il prossimo anno salirebbe da 12 a 15 squadre a meno che si abbia qualche defezione volontaria. In B salirebbero le quattro squadre attualmente in testa alla classifica. Dalla serie C potrebbero salire 4 squadre”.
Tu vivi a Monza, a che punto è la situazione di pandemia nella tua zona? Anche qui occorrerà verificare i dati dopo il 18 maggio. Ci sono ancora molti casi in confronto ad altre regioni, ma siamo pure noi in via di miglioramento avendo rispettato in linea di massima le disposizioni governative. Le zone di Bergamo e Brescia hanno avuto i maggiori problemi, moltissimi contagiati e purtroppo moltissimi decessi. Una situazione difficilissima dal punto di vista sanitario e sociale che ha condizionato molto anche altre città e piccole realtà locali qui al Nord. Ora si dovrà fare i conti anche con la grave crisi economica nazionale che sta coinvolgendo e coinvolgerà ancor di più in futuro tutta l’economia del nostro Paese. Questo problema, ritornando velocemente al calcio e ad altri sport, condizionerà molto anche i finanziamenti nazionali e locali per moltissime società sportive sostenute in questi anni da piccole realtà commerciali ed industriali”.
Vedere per strada in quasi tutte le città degli assembramenti, cosa ne pensi? “Ne penso il male possibile. Il Virus circola ancora, e vedere certe scene  vergognose come quelle sui Navigli milanesi mi crea molta rabbia. Non ho notizie di  altre città, ho visto foto di mercati affollati un po’ in tutta l’Italia, in alcuni casi
persone senza mascherine…! La gente deve capire che se i comportamenti saranno  dettati dall’incoscenza e dall’egoismo, il ritorno alle regole governative o  regionali saranno peggiori di quelle sino ad ora osservate per altro con la dovuta  disciplina, cosa che ha portato ad una notevole riduzione dei casi. Chi può deve continuare a rimanere in casa il più possibile, per chi deve lavorare dovrà comunque usare ancora la massima prudenza e attenzione!”.
Intervista a cura di Alessandro Sacco
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