All together: tutti insieme per aiutare New York e i figli più deboli e disperati della città. I più colpiti dalle martellate devastanti di una pandemia che finora ha strappato oltre ventimila spicchi di vita alla Grande Mela. Una tragedia infinita, c’è poco da aggiungere, ma la storia scritta dai tifosi italiani in trasferta permanente vale un raggio di sole: una raccolta fondi per sostenere il sistema sanitario pubblico. Una maratona giunta a quasi 40 mila dollari a cui ha partecipato anche il presidente della Roma, James Pallotta.
ITALIA-EUROPA. E allora, la grande partita della multi-squadra italiana in America. Dei tifosi di Napoli, Juve, Lazio, Roma, Genoa, Samp, Fiorentina, Milan e Inter che hanno fondato club a New York o negli States. «In un momento di estrema emergenza, alcuni fan club si sono uniti per aiutare il sistema di ospedali pubblici della città – spiega Rosario Procino, presidente del Napoli Club NYC, intervistato dal collega del Corriere dello Sport Fabio Mandarini – l’iniziativa è cominciata così, alimentata dall’attività di noi italiani, ma poi gradualmente si sono uniti anche i club di mezza Europa». Dal Liverpool al Barça, passando per il Tottenham e il Bayern. «Inglesi, spagnoli, tedeschi e non solo: l’obiettivo iniziale era raggiungere 15 mila dollari, ma poi gradualmente abbiamo superato i 35 mila soprattutto con lo sforzo della Roma».
AMERICANO DI ROMA. Uno scatto super: «Attraverso il fan club giallorosso, Pallotta ha donato 20mila dollari: 10mila a titolo personale e il resto attraverso etichette benefiche collegate alla società». Ognuno, insomma, ha fatto ciò che ha potuto. «Sì, e ora l’obiettivo è raggiungere quota 40mila dollari. In qualsiasi modo: il Leicester ha messo una maglia all’asta e da tifoso napoletano approfitto per coinvolgere De Laurentiis: se è d’accordo potremmo mettere all’asta anche una maglia del Napoli». Il ricavato, comunque, è già notevole: «Il New York Health+Hospitals, destinatario dei fondi, lavora anche con le mense riservate ai poveri oltre che con il sistema sanitario pubblico, e ciò significa che il calcio italiano prima, e poi quello europeo, si è unito per aiutare chi soffre». Sotto una sola sciarpa: di mille colori.
La Redazione