Maksimovic: “Mi manca la famiglia ed il “guagliò” sabato vinciamo?”

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Nikola Maksimovic si è lasciato alle spalle l’infortunio patito in allenamento agli inizi di marzo (distrazione al gastrocnemio mediale della gamba destra) «Sì, adesso sto bene – ha confermato ai microfoni di Sky Sport – non ho problemi, sto a casa e rispetto le regole. Certo, mi manca la famiglia (la moglie Nevena ed i figli Anika e Vukan rimasti in Serbia), ma so che è un momento molto difficile per tutti. Anche per il nostro calcio, considerato che ci siamo dovuti adattare ad alcune novità, ad un nuovo ambiente di lavoro. La condizione fisica è comunque buona: seguo il programma dei nostri preparatori e, quotidianamente, mi confronto con loro per qualsiasi problema».

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«Chiaro che oltre alla famiglia mi manca tantissimo il calcio giocato fatto di allenamenti e partite vere». Maksimovic è ormai a Napoli da quasi quattro anni (agosto 2016) e s’è integrato al meglio in quella realtà cittadina dove il calcio è pane quotidiano: «Manca soprattutto in questa città, dove si vive per questo sport. Anche quando vai al bar a prendere un caffè e ti fermano per chiederti: ‘Guagliò ma allora sabato vinciamo?’ Sono queste piccole cose che mancano di più…». Questione di poco e gli allenamenti riprenderanno gradualmente: «Seguo la situazione, sono quotidianamente in contatto coi miei compagni, con i medici. Sappiamo che la data prevista per la ripresa degli allenamenti di squadra è il prossimo 18 maggio, che il centro sportivo è già pronto da tempo. Lo siamo anche noi e confidiamo che alla fine possa riprendere anche il campionato. Per questo motivo siamo rimasti tutti in città». Con Gattuso peraltro era giunta la sospirata sterzata:«Dal primo giorno in cui è arrivato, il mister ci ha ridato serenità, dicendoci che siamo una grande squadra in un momento di difficoltà, e che avremmo dovuto seguirlo in tutto e per tutto perché peggio di com’era non potevamo fare. Aveva ragione. Con lui ho instaurato subito un ottimo rapporto, è bastato parlare una volta per capirci: ciò che mi chiedeva era semplice per un professionista come me».

fonte: CdS

 

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