COSA CHIEDONO
La nota ufficiale a dire la verità in via Rosellini era pronta già da martedì, ma finora è rimasta nel cassetto perché ogni parola è stata soppesata con grande attenzione. Non è l’unica questione da dirimere in questo delicato momento, tra le altre c’è pure quella relativa ai diritti tv. Ma è sicuramente la più delicata perché in caso di mancata conclusione della A, la sopravvivenza di alcuni club a corto di liquidità e con il bilancio in difficoltà è a rischio. Ecco perché la compattezza della Lega è ritenuta fondamentale.
Dare una risposta univoca e senza tentennamenti da parte di tutte le 20 società è ritenuto indispensabile. I proprietari si aspettano che l’esecutivo dica se il campionato può andare avanti o se invece si dovrà fermare. Un po’ come successo in Francia quando le parole del primo ministro hanno spazzato via i dubbi e rinviato ogni discorso ad agosto.
Non prima. In via Rosellini sono convinti che Conte sia a favore della ripresa del calcio e che domenica. Quando nella riunione con il ministro Speranza e con i capogruppi Bellanova, Franceschini e Bonafede, l’argomento è scivolato sul pallone e sulla questione allenamenti. Lui sia stato decisamente più aperto sulla data del 18 maggio rispetto a Spadafora. Ecco perché il presidente Dal Pino vuol coinvolgere direttamente nella discussione il premier. Il risultato sarà diverso rispetto a quelli ottenuti finora? Di certo il calcio proverà a far leva su desiderio di Conte di non mettere in difficoltà in un’industria importante per il Paese come il calcio. In via Rosellini non hanno dubbi.
Se si decide di riavviare la produzione (gli allenamenti), è obbligatorio riprendere anche con la distribuzione del prodotto (le partite). Altrimenti si devono pagare gli stipendi dei giocatori, senza ottenere nessun vantaggio pratico. E ci sarebbe comunque il pericolo di rimanere intrappolati nelle cause con i broadcast che stanno cercando di non corrispondere l’intera ultima rata dei diritti tv. Fonte: CdS