Maradona, impresa senza tempo. Il ricordo di Corrado Ferlaino
Ferliano punzecchia De Laurentiis sui successi ottenuti con Maradona
Così ricorda il CdS la trattativa del Napoli per l’acquisto di Maradona e i due scudetto vinti con il club azzurro da parte del presidente Corrado Ferlaino.
Corrado Ferrlaino – In assenza di calcio giocato ci si abbandona volentieri ai ricordi. A tal proposito la società azzurra ha rievocato sul sito ufficiale il trentennale del secondo scudetto azzurro con tanto di nomi degli eroi di quella storica impresa. E, sul profilo Twitter, video clip da brividi con le tappe di quella splendida cavalcata conclusasi davanti ai 62.499 del San Paolo, di quel 29 aprile 1990 (42.729 gli abbonati) caratterizzato dalla griffe di Marco Baroni. Suo il gol alla Lazio (al 7’ del primo tempo) che assicurò il tricolore dopo il famoso passo falso del Milan nella “fatal Verona”. Giuliani, Ferrara, Francini, Crippa, Alemao, Baroni (66? Fusi), Corradini, De Napoli (85? Mauro), Careca, Maradona, Carnevale: la formazione opposta ai biancocelesti. Lo stesso difensore azzurro ha ripercorso le sensazioni d’una giornata doppiamente memorabile: «Quel gol fu una gioia immensa, ero in un grande gruppo che sapeva gestire le difficoltà».
FUORICLASSE E FUORISERIE. Eppure il presidente Corrado Ferlaino all’inizio aveva messo le “mani avanti” in una sorta di mantra scaramantico: «Una sfida impossibile quella col Milan: il Napoli è un’utilitaria costretta a gareggiare con una Ferrari». Ma l’ingegnere alla fine fu smentito, gli azzurri vinsero la sfida impossibile e proprio Ferlaino a distanza di trent’anni ha ricordato quell’annata epica (ai microfoni di Radio Marte): «Il duello col Milan fu interminabile, ma noi li scavalcammo alla penultima giornata vincendo a Bologna, poi l’ultima con la Lazio fu solo una formalità. Fondamentale avere almeno un fuoriclasse: meglio uno solo da 75 milioni piuttosto che 5 da 15, ma bisogna essere forti anche in Federazione. Avrei venduto l’anima al diavolo pur di far vincere lo scudetto al Napoli».
LUI. Quel fuoriclasse rispondeva indubbiamente al nome di Diego Armando Maradona, protagonista assoluto con 16 gol, rigenerato dalla cura Chenot e le tabelle del professore Dalmonte: «Sento parlare di una nuova “mano de Dios” – così il Pibe de Oro ai microfoni di Clarin – ma questa mano la chiedo perché termini questa pandemia e la gente possa tornare a vivere in salute e felice. Nessuno è un Rambo in grado di vincere questa guerra da solo e pure Rambo non ce la farebbe». Da Diego puntuale il post dei ricordi (su Facebook) con le immagini della festa del secondo scudetto e con tanto di figlie in braccio: «Quando dissi, qualche mese fa, che nessuno potrà mai raggiungere ciò che ho realizzato con il Napoli, mi riferivo a questo, con il San Paolo stracolmo di gente felice. L’ho detto, e lo ribadisco. Il tempo non cancella la storia del mio Napoli».
La Redazione