QUALE PROTOCOLLO
E per lo sport? C’è scritto nell’ultimo Decreto: «Sono emanate, previa validazione del comitato tecnico-scientifico istituito presso la Protezione Civile, apposite linee guida a cura dell’Ufficio per lo sport della presidenza del Consiglio dei Ministri, su proposta del Coni, del Cip e sentita la Federazione medico sportiva e le altre federazioni».
Non sembra esserci, ad una prima lettura, spazio per fughe in avanti. Ovvio, ciascuna disciplina, avrà le proprie norme attuative, e per questo il calcio dovrà riscrivere le proprie. Ma continuano a imperversare le grandi questioni irrisolte di questi giorni.
Cosa accadrà in caso di nuovo contagio o sospetto (addirittura qualche norma ora è più restrittiva di prima) anche alla luce di quanto detto dall’Inail che indica negli atleti professionisti una delle categorie più a rischio? Come si potranno limitare le possibili rivalse degli atleti-lavoratori sul club e sui medici sociali in caso di malattie professionali come lo è di fatto il Covid-19? Come si potrà affrontare il regolamento delle gare con tutti i nuovi soggetti per ora esclusi dall’attività che ne faranno parte (a cominciare dagli arbitri)? E i centri sportivi? Non c’è molto tempo, bisognerà fare in fretta per partire in sicurezza con regole chiare. Fonte: CdS