Il fronte dei dubbiosi sulla ripresa del campionato, in ogni caso, va ben al di là degli otto club che hanno firmato il documento lunedì. Non solo per gli aspetti contrattualistici (la Fifa potrebbe risolvere tutti i dilemmi) ma soprattutto per quelli di ordine sanitario: i medici non vogliono accollarsi le responsabilità (anche civili) se qualcosa dovesse andare storto durante il ritiro chiuso o quando si tornerà in campo. In caso di positività, di chi la colpa? L’ipotesi è quella di una liberatoria da far firmare prima dell’inizio del raduno, ma è strada complicata. I giocatori sono preoccupati: troppe lacune, troppi si raccomanda e si suggerisce. D’altronde, quante squadre sarebbero in grado di mettere in opera il famoso protocollo di ripresa?