Verso il 2020-21. L’emergenza sanitaria produrrà effetti anche nel medio periodo. Con particolare attenzione alla prossima stagione sportiva (2020-21). Il sistema calcio professionistico, nel suo complesso, sotto i colpi del contagio Covid-19, rischia di registrare un enorme numero di fallimenti. Soprattutto nel movimento dilettantistico si stimano 2.700-3000 società impossibilitate ad iscriversi al prossimo campionato, con un impatto negativo pari a 10 milioni di euro (in termini di mancati introiti derivanti proprio dalle “iscrizioni”).
La “cadetteria” (Serie B) presenta i dati meno negativi nel confronto tra Leghe. -17,5 milioni di euro se si tornerà a giocare a porte chiuse e -35,7 milioni se si deciderà di annullare la stagione in corso. Sempre la seconda divisione stima perdite di valore del proprio “parco giocatori” per complessivi 84 milioni e minori introiti da plusvalenze e premi di rendimento per oltre 20 milioni di euro.
La Lega Pro (Serie C), infine, stima che le perdite di sistema possano essere comprese tra 12,9 milioni (scenario a “porte aperte”) e 41,3 milioni di euro (scenario “stop campionato”). Oltre a ciò è prevista la diminuzione del valore economico dei diritti tv. Minori risorse derivanti dagli accordi di sponsorizzazione e il calo più generale dell’affluenza e dei ricavi da ingressi da stadio.
Pacchetto. Per contenere gli effetti negativi, la Federcalcio ha studiato un pacchetto “salva pallone”, con interventi specifici nel breve/medio e lungo periodo. In totale 13 richieste che toccano sei diversi ambiti (lavoro, stadi, tv, marchi, scommesse sportive e fisco).
Dalla richiesta dell’introduzione del semiprofessionismo, all’inclusione degli interventi di costruzione e ristrutturazione degli stadi, passando per atti normativi anti pirateria e contraffazione, fino all’abolizione del divieto pubblicità e sponsorizzazioni delle imprese di betting (all’interno del pacchetto di norme del “Decreto Dignità”).
(*) direttore agenzia Sporteconomy.it Fonte: CdS