Di Perri:“Con le dovute verifiche e lo stadio a porte chiuse, nessuno rischia”

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In diretta a ‘Punto Nuovo Sport Show’,  in onda su Radio Punto Nuovo, è intervenuto Giovanni Di Perri, infettivologo e direttore del dipartimento malattie infettive dell’Università di Torino: Sistema chiuso? Ciò che può essere la capacità della scienza è quella di identificare la presenza o l’avvenuta presenza del virus. Con un test possiamo fare uno screening completo per tutti gli attori del teatro: giocatori, massaggiatori, autista del pullman, inservienti. Con le dovute verifiche e lo stadio a porte chiuse, nessuno rischia. Se c’è contatto tra persone non infette, è un contatto solito. Mi mette a disagio se c’è incertezza sullo stato mio e del mio avversario, ma se so che abbiamo avuto tutti le stesse verifiche, allora non c’è problema. Arbitri, guardalinee, giornalisti, raccattapalle sottoposti allo stesso screening, non portano problemi. La questione può essere vista da molteplici punti: se c’è un grosso errore ed uno degli attori è positivo e gioca da positivo, allora è circoscritto all’ambiente in cui ha giocato. Noi faremo accedere a questo teatro solo le persone che hanno superato il test, senza contatti a rischio né loro né i loro conviventi, che non hanno sintomi da settimane. Tutte le persone che saranno all’interno della struttura devono essere sottoposte al test. Ieri ho guardato la TV e c’era l’esempio della Ferrari che lavora con i suoi operai, ingegneri e quant’altro che fa test ai propri dipendenti e potrebbero essere uguali per le partite di calcio. I tamponi scarseggiano in qualche regione, ma ci si è avviati verso una produzione molto generosa dei tamponi e per l’evento sarebbero disponibili. Possiamo sacrificare i tamponi per uno degli aspetti a noi più cari: il calcio. Nel momento in cui si costruisce un sistema chiuso, gli strumenti ed i sistemi sono gli stessi. Ho ricoverato 120 pazienti, mi sono fatto un’idea sui test positivi, la negativizzazione, ho fatto diverse rilevazioni in gruppi a rischio differenti e posso garantire che i test sono affidabili, è affidabile una storia passata recente – delle ultime settimane – di come si è passato il tempo. Sono in grado di stabilire se ci sono rischi o no, sia che l’epidemia attraversi la fase attuale, sia più avanti quando ci saranno molto meno casi. Nel momento in cui enucleo una sotto popolazione e la faccio partecipare ad un’attività – che può essere calcio o un’altra attività – si fa uno screening e vanno a lavorare. Ripresa campionati? Dipende dalle risorse, la Serie A può permettersi un minimo di spesa per i test da screening completo. Magari la B anche ce la può fare, ma la LegaPro non è nelle situazioni economiche. Il sistema chiuso penso costerà sempre meno via via nel tempo. In questo momento certamente è più difficile, ma con un po’ di tempo è possibile farlo per tutti”.

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