Il confronto club-calciatori resta aspro. Le intese interne devono concludersi prima della ripresa degli allenamenti.
Un duello in punta di diritto. I club di Serie A sentono di avere il classico coltello dalla parte del manico nella battaglia per il taglio degli stipendi dei calciatori. L’intervento dell’avvocato Zaccheo, che giovedì ha parlato con i rappresentanti di tutte le società, non ha fatto altro che rafforzare le loro convinzioni. In sostanza, sarebbe corretto non pagare gli emolumenti agli atleti nel momento in cui il Governo, tramite un decreto, impedisce loro non solo di giocare, ma anche di allenarsi.
Già, ma l’Aic non ha mancato di far notare come, in realtà, la Governo abbia imposto il blocco totale agli allenamenti solo a partire dal 4 aprile e non prima. Significa che per quanto riguarda il mese di marzo, a partire dal momento in cui sono state interrotte tutte le competizioni, non si potrebbe attribuire a una responsabilità esterna lo stop alla normale attività e quindi alla prestazione lavorativa. Fonte: CdS