Messico e nuvole, la faccia triste dell’America, il vento suona la sua armonica, che voglia di piangere ho… Così cantava quel fenomeno di Enzo Jannacci che intonava uno dei suoi pezzi incantati. Su note melodiose e che a distanza di un po’ di anni sembra confezionato su misura per un bandoleros del Messico di oggi. Senza cappellaccio a falde larghe e guitaritas tra le braccia, il muchacho triste Hirving Lozano, meglio o anche più noto come il Chucky.
Reggetevi forte forte, uno dei migliori talenti del calcio mondiale, a detta della Fifa – ed anche dei maggiori addetti ai lavori di palato fine – Fifa che l’ha inserito in una delle due squadre del Fut Birthay giunto all’undicesimo anniversario, l’evento celebrativo dell’organizzazione del football internazionale insieme con Mabppè, Hazard, Griezman, Rash Ford, Havertz, Muniain, Sissoko, Saint-Maxime, Djenè e Gartan, appena appena il fior fiore degli eroi del prato verde nella modalità online preferita dai videogiocatori di tutto il pianeta, un’alternativa al fantacalcio. E scusate se è poco.
È successo che a Napoli, dopo i fasti del Mondiale in Russia. Dove Lozano è stato innalzato nel gruppo dei calciatori di caratura mondiale. Beh qui nella squadra della città in riva al Golfo, passa quasi per un brocco – e non lo è – dopo aver fatto a cazzotti per averlo. E speso la bellezza di 42 milioni di euro per il suo cartellino e un’altra cifra blù per l’ingaggio con un contratto fino al 2024.
Tra l’altro il Napoli lo preferì a Pepè, la trottola più veloce del mondo, sotto la garanzia di Carlo Ancelotti, accontentato dal presidente De Laurentiis, nella scelta giurata mano sul fuoco del superdecorato timoniere ora all’Everton. Un flop il “muchacho”, malgrado la sua classe e le sue buonissime indiscutibili doti tecniche. Perdute e dimenticate nella confusionaria giostra volante dei ruoli della prima linea azzurra pre-Gattuso. Banale il rendimento del Chucky, appena due gol (21 milioni a rete) nel girovagare tra panchina e apparizioni sul terreno di gioco. Fonte: Il Roma