Stirpe: “Promozioni? Se il Frosinone non dovesse andare in A faremo causa”
Maurizio Stirpe, presidente Frosinone, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Radio Punto Nuovo durante la trasmissione Punto Nuovo Sport Show: “Per quanto riguarda il discorso delle promozioni e retrocessioni, il format ne prevede 6. La Serie B assegna il terzo posto di promozione attraverso i play-off, se per una condizione di forza maggiore non si possono disputare, la terza in classifica sale automaticamente. Qualora il campionato dovesse essere interrotto e il Frosinone non salirà in A perché terza in campionato, allora mi muoverò per vie legale. L’unica che può parlare di merito sportivo è il Benevento che ha 20 punti in più sulla seconda classificata ed è virtualmente in A. Ovviamente vogliamo evitare qualsiasi problema giuridico, ma siccome ci sono parecchie ipotesi sul tavolo, non escludo di procedere per vie legali. Secondo me la proposta fatta dal presidente del Nizza porterebbe ad uno spettacolo a porte aperte.
Promozione senza tifosi?
“Mi sembra ridicolo. Il calcio deve andare avanti nel modo giusto, come le attività produttive devono andare avanti nel modo giusto. Se non esistono le condizioni di sicurezza, porte chiuse o porte aperte è inutile aprire il discorso”.
Completare la stagione a porte chiuse?
“Stiamo valutando questa possibilità. Per la ripresa le società devono fare i tamponi ed è assurdo per due motivi: le società non sono strutturate per fare i tamponi e poi mi sembra assurdo che se c’è la possibilità di fare i tamponi vengano destinati ai giocatori e non alle persone che ne hanno veramente bisogno. Chi pensa queste cose ha perso il lume della ragione. A porte aperte si giocherà quando ci sarà la possibilità di poterlo fare, il resto sarebbero tutte soluzioni che distruggerebbero il gioco del calcio. Se inventiamo delle modalità di svolgimento dell’attività sportiva che non ha alcun appeal, finiamo di uccidere il calcio e giocare a porte chiuse va in questa direzione”.
Stipendi?
“La nostra posizione è molto chiara: qualora si dovessero interrompere il campionato, pagheremo fino al momento in cui c’è stata la prestazione, fino al 7 marzo. Sarà così anche per contributi fiscali e tasse, perché se non c’è il pagamento di stipendi non capisco perché devo dare soldi allo Stato. Se si dovesse giocare a porte chiuse chiederemo una decurtazione adeguata alla riduzione dei ricavi che comporta giocare senza pubblico. E’ una cosa che andremo a stabilire con i giocatori quando si verificherà l’ipotesi, è inutile attualmente mettere sul tavolo qualsiasi ipotesi di transazione. Sul futuro, è evidente che apriremo una discussione con i nostri calciatori a seconda del mercato. Alcuni contratti stipulati hanno costi che oggi non esistono più, seguiremo le regole del mercato”.