Coronavirus, verso la fase 2: «Ancora troppa gente in giro, il distanziamento sarà obbligatorio»
Impossibile dire cosa succederà dopo il 13 aprile, se e quante attività potranno riaprire. E quando questo accadrà, bisognerà comunque rispettare un severo protocollo di sicurezza. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, legge i dati delle violazioni dell’ultimo weekend, e rinnova l’appello ai cittadini riguardo al senso di responsabilità da continuare a mantenere, finché il coronavirus non mollerà la presa. Il governo pensa alla fase 2, anche se – sottolinea il premier – «non siamo in condizioni di anticipare una data. Ci stiamo costantemente confrontando con gli esperti e in questo momento ci riserviamo di seguire con loro l’evoluzione della curva. Anticipare ora, sarebbe dire una cosa priva di fondamento». Riaprire non vorrà dire tornare a quanto si faceva prima, perché le regole da rispettare saranno ancora più rigide. A tutti i livelli: in strada, su mezzi trasporto, a lavoro. «Dovremo sicuramente continuare a osservare la regola delle distanze e fare sacrifici ancora per un po’ – anticipa Conte – Dopo questa fase verranno più in evidenza protocolli di sicurezza a tutti i livelli, sia per il camminare per strada o prendere i mezzi di trasposto, sia per andare nei luoghi di lavoro. Già abbiamo adottato protocolli di sicurezza con le aziende molto rigorosi». Non è ancora chiaro se vorrà dire mascherine e guanti per tutti, anche se l’orientamento sembra questo. E poi mezzi pubblici con distanze da rispettare, e quindi file di sedili alternate per chi viaggerà in autobus e in metro. Per strada, invece, bisognerà mantenere una distanza maggiore, cosí come dettano i protocolli dell’Oms: un metro e ottanta circa. L’unico modo per garantire una minore diffusione del contagio. E altrettanto varrà per i negozi. «Agli italiani voglio dire – aggiunge il presidente del Consiglio – state dando un contributo fondamentale, quando sarà tutto finito ci sarà una nuova primavera e la vivremo insieme». Del resto non possono che preoccupare i comportamenti degli ultimi giorni. Gli italiani sono sembrati particolarmente indisciplinati. È bastato sentire che la curva del contagio non stava aumentando, per far tornare troppa gente in giro. Dati alla mano, nell’ultimo weekend è venuto fuori che, davanti a un minor numero di controlli, sono aumentate le violazioni: solo domenica scorsa su 186.741 persone fermate, ne sono state sanzionate 11.022 (il dato più alto dal 26 marzo), e oltre a questi, 25 sono stati denunciati perché in quarantena. I “disobbedienti” individuati crescono in media di mille, duemila al giorno. Le immagini del fine settimana mostrano ad esempio una Capitale parecchio indisciplinata, con troppa gente in circolazione e persino qualche chilometro di fila sul raccordo anulare. A breve, dal Viminale arriverà una circolare con la quale verranno predisposti controlli molto più serrati, soprattutto in uscita dalle grandi città. Perché, nei giorni di festa la fuga potrebbe essere tutta verso le seconde case, o anche verso i paesi di origine. La smania degli italiani per le vacanze è tale da aver già fatto registrare il tutto esaurito in diverse località di villeggiatura per i mesi di luglio, agosto e settembre. Preferiti gli appartamenti, invece dei più affollati hotel. Fonte: mattino.it