ESCLUSIVA – Gennaro Iezzo: “La pandemia? Mi auguro che il nostro paese impari una lezione molto importante”

All'interno l'intervista all'ex portiere di Napoli e Cagliari Iezzo

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Questa pausa forzata a causa della pandemia da Coronavirus, i cittadini e gli sportivi restano a casa per evitare nuovi contagi, ma al tempo stesso si sta con moglie e figli per riscoprire il piacere di stare con la famiglia. Tra questi anche l’ex portiere di Napoli e Cagliari Gennaro Iezzo intervistato dal nostro giornale web “ilnapolionline.com”.

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Prima di questa sosta forzata, qual’era il bilancio dell’annata della tua scuola calcio tra campo e non solo? “Come hai detto tu, prima di questa pausa non programmata, ero contento del rendimento delle squadre, ma soprattutto soddisfatto della crescita in generale della struttura. Questi sono risultati che ovviamente ti rendono fiero e perciò mi auguro quanto prima di tornare ad allenarli, ma ovviamente attendiamo che il tutto torni alla normalità”.

Molti calciatori hanno detto che la pandemia Covid-19 in Italia è stata presa sotto gamba. Secondo te qual è il motivo principale? “Io credo perché non era capitato in passato di essere una situazione così grave e non eravamo preparati. Questo non solo in Italia, ma in altre nazioni, dove purtroppo non è che si sta meglio. In questo momento non bisogna fare polemiche, dire chi ha sbagliato, oppure colpevolizzare il Governo, ma restare uniti per trovare una soluzione. Questo in futuro potrebbe essere un modo per ricominciare da capo e rimediare agli errori commessi”.

In queste settimane Fabio e Paolo Cannavaro hanno parlato di come la Cina ne è uscita in due mesi. Secondo te l’Italia deve intraprendere la strategia che è stata presa dall’Oriente? “Ho letto le parole in queste settimane di Fabio e Paolo, in Cina ma non solo hanno costruito in 10/12 giorni gli ospedali per curare le persone contagiate. Questo per far capire l’immenso potere economico che c’è in Oriente. Come ho detto prima ora non bisogna polemizzare, però è chiaro che in Italia si sono fatti tagli alla sanità, alle strutture pubbliche, perciò si è arrivati a questa situazione di poca organizzazione”.

Per uno sportivo o nel tuo caso da istruttore, come ci si organizza in un periodo così di pandemia collettiva? “Non è semplice stare fermi così tanto a lungo, ma ci si organizza nel migliore dei modi. Nel mio caso si sta con i figli, con la famiglia, un modo per distrarsi dal calcio giocato. Per gli sportivi in generale ci si allena in casa per non perdere la forma in vista poi di un eventuale ritorno al campo. I calciatori preferirebbero farlo all’aria aperta, ma è chiaro che le norme non lo permettono e quindi bisogna fare di necessità vir5tù”.

Infine ti vorrei chiedere di Sirigu e Gollini, altri due portieri che stanno rendendo fieri la categoria dei portieri. Cosa ammiri in loro? “Negli ultimi anni per fortuna la categoria dei portieri è tornata a brillare, anche grazie ai vari Donnarumma, Meret e gli altri nomi fatti da te. Sirigu non lo scopro io, ha tanta esperienza, è tornato a grandi livelli con il Torino, dopo l’esperienza al Psg e i primi anni al Palermo. E’ un estremo difensore che tutte le squadre vorrebbero. Su Gollini dico che è un giovane emergente che dopo l’Aston Villa, ha trovato continuità all’Atalanta. Batto spesso il tasto nel giocare spesso, perché è fondamentale per l’importanza nel ruolo. Perciò spesso dico che Meret dovrebbe giocare di più rispetto ad Ospina, non perché metto in dubbio il valore del colombiano, anzi ha esperienza, ma perché credo che il ragazzo friulano a livello tecnico lo reputo più preparato. Ovviamente non sto nella testa di Gattuso, lui fa le sue scelte, però io personalmente mi comporterei in maniera diversa”.

Intervista a cura di Alessandro Sacco

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