Liga: Tebas non si arrende e punta a finire entro fine giugno

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Liga: le società indicano il 28 giugno la data limite

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L’imperativo rimane concludere la Liga. Ad ogni costo. È quanto è stato ribadito anche nell’ultima riunione on-line tra il cocciutissimo presidente della Legacalcio iberica, Javier Tebas, le venti squadre di Liga e le ventidue della serie cadetta iberica. Il tempo, però, continua a trascorrere inesorabili e la situazione non registra significativi miglioramenti. Anzi. Ormai anche in Spagna il numero dei contagiati sta per varcare quota 100 mila, e i morti sono 8.269.

E così, calendario alla mano, si continua ad azzardare qualche ipotesi. Sebbene l’ultima parola spetterà al governo Pedro Sanchez, che pare inesorabilmente orientato a prolungare ulteriormente lo stato d’allerta, che al momento è stato fissato fino a Pasqua. Almeno un altro paio di settimane, probabilmente di più. E anche i più inguaribili ottimisti, che sognavano una ripresa di tutte le competizioni tra la fine di aprile e l’inizio di maggio, si devono arrendere davanti all’evidenza. Toccherà aspettare un altro po’, anche se il giorno non può essere rimandato all’infinito. Bisogna realisticamente indicare un momento limite, oltre il quale sarà doveroso rassegnarsi all’idea che la stagione rimarrà inconclusa. 

L’ARGOMENTO FORTE

E la dead-line sarebbe stata individuata nel fine settimana del 27 e 28 giugno. Non fosse possibile riprendere i tornei entro quella data, la stragrande maggioranza dei presidenti delle squadre delle due massime categorie del calcio spagnolo si sarebbero detti orientati alla resa. Opzione che Tebas (Presidente de La Liga), in costante contatto con Federcalcio e Assocalciatori, ma anche con le tv, non vuol neppure prendere in considerazione, anche perché più di un esperto assicura che il caldo potrebbe essere uno dei migliori alleati nella lotta contro il coronavirus, anche se l’ipotesi rimane tutta da provare. L’argomento forte dei 700 milioni in ballo, comunque, potrebbe riportare a miti consigli anche i proprietari dei club più propensi, in questo momento, a mollare in partenza e a riflettere già sull’annata che verrà. 

CONCENTRATO SPRINT

Le coppe europee, alla maggioranza delle società, importano poco. Ciò che conta è chiudere i campionati e riuscire, in qualche modo, a rispettare i contratti con le tv, con le conseguenti entrate. Alla resa dei conti, mancano undici giornate, che risolta la rogna degli Europeo e della Coppa America, possono essere celebrate anche in date estive. Il piano, in questo caso, prevede una full immersion di quattro o cinque settimane in cui concentrare tutte le partite, per poi passare alla cassa. E per i giocatori con contratto in scadenza il 30 giugno e per i colleghi, ceduti in prestito fino a quella data, una soluzione si trova. È la linea che starebbe incoraggiando anche Mister Mediapro Jaume Roures, sempre molto influente presso il vecchio amico Tebas. L’imperativo di riprendere solo ed esclusivamente col pubblico sugli spalti, invece, ormai non è più ritenuto tale. L’importante e chiudere, e pazienza se dovrà accadere in stadi deserti. Fonte: CdS

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